Il ritorno di Chet Faker
Nick Murphy torna alle origini con Hotel Surrender. Il seguito di Built On Glass segna l’attesissimo ritorno del progetto Chet Faker, moniker con il quale il musicista di Melbourne firma il ritorno alle sonorità di inizio carriera.
L’album, pubblicato il 16 luglio per la sua label Detail Records in collaborazione con BMG, è un mix di r’n’b, neo soul e pop per dieci potenziali hit da classifica.
Il prologo di Hotel Surrender, Oh Me Oh My è un brano sensuale con la voce in falsetto, calda e avvolgente, che si poggia su un groove funky, una suadente linea melodicacon gli archi che strizzano l’occhio ad una musica da camera.Get High è stato una via di fuga per Chet Faker:il brano affronta il tema della malinconia con un sound vivace e frizzante. L’intro del piano apre la presa di coscienza del musicista australiano, un basso corposo adagiato su pulsazioni elettroniche per un brano all’insegna del groove.
Whatever Tomorrow conferma ancora una volta il ritorno alle sonorità di Built On Glass con Murphy che rinuncia in gran parte alla trama orchestrale per dar spazio ad un beat caldo incentrato sull’uso dei clap e ai synth dalle sonorità celestiali. Una continua progressione che trova il suo momento massimo nel ritornello killer.
In Hotel Surrender c’è spazio per una ballata minimalista come Peace Of Mind: la voce sublime di Murphy viene esaltata dal piano e dal beat che insieme danno vita ad un morbido tappeto neo soul.
Una voce emozionale si muove tra le note di So Long So Lovely. Il brano coadiuvata dal coro della voce sdoppiata di Faker si sviluppa sinuoso a partire dal Rhodes e dai fiati. Il risultato è una calda canzone r’n’b con quel falsetto erotico che solo Nick Murphy sa utilizzare.
Hotel Surrender è la luce che emerge nel buio.Un album nato per restituire un po’ di gioia ad un mondo sofferente, un disco che ci restituisce un Chet Faker in forma smagliante che torna ai fasti del passato.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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