Chris Brokaw e il suo album perfetto per la sera
Chris Brokaw non è di certo un musicista di primo pelo, con i Codeine e i Come ha lasciato un segno indelebile nella musica rock. Già collaboratore di Thurston Moore, Evan Dando, Stephen O’Malley e molti altri, si è avvalso della partecipazione di David Michael Curry (viola), Lori Goldston (violoncello), Luther Gray (batteria), Greg Kelley (tromba), Samara Lubelski (violino), Jonah Sacks (violoncello) e Timo Shanko (basso) per dar vita ad un nuovo album: End Of The Night.
Il full lenght, uscito il 24 maggio 2019 per Vin du Select Qualitite, è figlio di una notte, il silenzio dopo una serie di album ascoltati lo ha portato a registrare questo disco, perfetto per la fine della serata.
Apre End Of The Night il romanticismo dei fiati accompagnati dalla chitarra narrativa di Brokaw di Swimming, Tuesday. Con questa traccia delicata si avverte subito il profumo e l’atmosfera della notte che ci accompagneranno nelle dieci tracce dell’album.
Con Trade Winds cala l’atmosfera jazz e malinconica, una strumentale dai toni multicolor che risalta la capacità di Brokaw di relazionarsi con gli altri strumenti, il dialogo tra i fiati, la parte ritmica e la chitarra, mai eletta a vera protagonista danno alla traccia una connotazione ariosa. E quando meno te lo aspetti che la chitarra per un attimo ruggisce, carica di distorsione, ricordando per un attimo i Codeine; ma è solo il tempo di un lieve accenno che subito ritorna la quiete.
Our Fathers è una riflessione al chiaro di luna, lo slowcore incontra le sfumature jazz con la viola e il violoncello utilizzati per dare drammaticità alla traccia, mentre la chitarra ha il compito di disegnare calde armonie.
La title track, posta in chiusura con i fiati in odore di jazz, è una calda strumentale dai toni pacati in cui la chitarra si lascia guidare dai fiati prima che il sole sorga e la musica svanisca e la notte lasci il posto al giorno.
Va aggiunto all’album, già di per sè bello e interessante musicalmente parlando, che l’artwork è stato realizzato dalla leggenda hollywoodiana Sandy Dvore (Buffalo Springfield, The Cake, Partrdge Family), che ha composto il disegno dopo aver ascoltato l’album per intero, direttamente ispirato alla musica, aggiungendo un elemento visivo simile alle innovazioni stilistiche di David Stone Martin – Steve Lowenthal.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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