La monotona ripetizione della vita
Nuovo capitolo per la musica della violoncellista di Brooklyn Clarice Jensen: The Experience Of Repetition As Death, pubblicato in digitale e vinile il 3 aprile 2020 da 130701/FatCat Records, è stato realizzato tutto dalla sola Jensen, creando con il violoncello e una varietà di effetti e pedali cinque tracce che mettono in luce il suo approccio compositivo: improvvisare e stratificare il suo strumento attraverso loop ed effetti elettronici per aprire una serie di ricchi campi sonori basati su droni.
Registrato e missato da Francesco Donadello al Vox-Ton Studio (Berlino), masterizzato da Rafael Anton Irisarri al Black Knoll Studio, l’album si basa sul tema della ripetizione e su alcuni concetti dei principi chiave della psicoanalisi di Freud (vale a dire la “costrizione a ripetere” comportamenti autodistruttivi o rivivere eventi traumatici esplorati); dalle nozioni della natura principalmente ripetitiva della nostra esistenza e dai tentativi di superare ciò. Il titolo dell’album è tratto da una frase di una poesia del 1971 dell’influente poetessa femminista radicale americana Adrienne Rich intitolata A Valediction Forbidding Mourning.
Daily, la prima traccia, suona calda e profonda, la più lucente tra le cinque, in cui il violoncello si mostra in tutta la sua naturale bellezza. Solo nella seconda metà della suite affiorerà il tema della ripetitività con tre diversi loop di nastro: Clarice li utilizza in maniera differente dal modo canonico, i suoi loop vengono allineati e intersecati in momenti diversi, producendo una sorta di contrappunto aleatorio e minimale, in modo che appaiano sofisticati e senza soluzione di continuità.
In Metastable la Jensen fa suonare il violoncello come droni leggeri dando alla strumentale un tono drammatico e un senso d’inquietudine. Il suono è erosivo, grazie all’uso dei loop, fino a diventare angoscioso e opprimente.
Holy Mother è il nome tibetano del Monte Everest (Qomolangma), attraverso questo pezzo Clarice ha tentato di evocare il senso di quel luogo e l’ossessione per la sua conquista – un esempio estremo delle imprese che la gente prova nel tentativo di staccare dalla monotona ripetizione della vita di tutti i giorni.
In chiusura Final rimanda alla prima traccia chiudendo così il cerchio perfetto, sicuramente voluto da Clarice per sottolineare il concetto di ripetizione.
The Experience Of Repetition As Death è un lavoro eccelso che tocca i temi della morte e della ripetizione con la poesia del violoncello, Clarice Jensen dimostra ancora una volta di essere un’ottima musicista piena di talento.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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