Nel Labirinto Verticale di Claudio Rocchetti
Labirinto Verticale, il quinto capitolo della serie Decay Music di Die Schachtel, interrompe un silenzio lungo ben sei anni per Claudio Rocchetti, tra i musicisti europei d’avanguardia più attivi dell’ultimo mezzo decennio. L’album nasce dalla collaborazione quadriennale del musicista di Bolzano con il collettivo/organizzazione di ricerca sul teatro, la Fondazione Lenz di Parma.
Labirinto Verticale, ispirato agli scritti di Hölderlin e Calderon de la Barca, si concentra sulla relazione tra musica, testi e azioni teatrali, orbitando attorno ai concetti di Memoria, Sedimentazione, Presenza/Assenza.
Il lavoro di Claudio Rocchetti indaga la connessione tra i suoni e gli ambienti attraverso una narrazione astratta, inquietante. La materia sonora viene manipolata e scomposta fino ad ottenere un microcosmo di spiriti e voci usate per imitare suoni e strumenti artificiali. Il risultato lascia sbalorditi al primo ascolto!
Labirinto Verticale è un’immersione profonda in una coltre di detriti sonori e frammenti vocali che affiora in un sottile vortice di suoni ultraterreni che trasporta l’ascoltatore in un concetto completamente nuovo di malinconia e hauntology riuscendo comunque a rimanere nello spazio di un’esperienza di ascolto gratificante e accessibile.
Veniamo ai singoli brani: dai droni fluttuanti con le voci processate di Non essere freddo che fungono come primo approccio alla materia spettrale dell’album passiamo con abilità e disinvoltura alle imponenti manipolazioni hardware di Emblemata, traccia satura di glitch e rifrazioni che costituiscono un’architettura elettronica distesa e meno cinetica.
Le frequenze basse e gli echi galleggianti caratterizzano Questa debole forza, il cuore pulsante dell’album. La quarta traccia suona come se Alva Noto producesse musica sacra, un coro di spettri dal forte impatto emotivo contribuisce a creare un’atmosfera rarefatta e siderale. In Molto sono teso la matrice è la stessa ma sfumature catramose e ipnotiche che la caratterizzano accentuano lo scambio sinergico tra le voci e la strumentale elettroacustica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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