Seleziona una pagina

Chimæra I: nelle viscere della terra

La carriera di Colin Stetson si può dividere in due parti, con una scansione temporale ben precisa: pre e post 2013. Fino a quel momento, il sassofonista e compositore ha messo a segno un centro dopo l’altro, attraverso un’indagine musicale ed artistica incentrata sul post-minimalismo e su sperimentazioni varie, culminate nella trilogia di New History Warfare.

Poi un cambio di rotta e la scelta di concentrarsi quasi esclusivamente su colonne sonore di film e serie tv, grazie alle quali ha portato sullo schermo e, soprattutto, su una dimensione visuale la sua musica.

C’è dunque una certa curiosità per un’uscita “canonica” come Chimæra I, fuori l’11 novembre 2022 per Room 40, sia perché pubblicazioni di questo tipo sono sempre più rare, sia perché il disco può segnare una terza parte nella carriera del musicista statunitense.

Infatti, partendo dalla concezione del corpo come fucina di nuove possibilità e non come sistema limitato, il Nostro si affaccia nel mondo dell’ambient e soprattutto della drone music. Le due lunghe suite che compongono l’album sono ricavate da una serie di sessioni in cui le trame del sassofono vengono costantemente smontate per lasciare spazio solo ad un tenebroso manto oscuro che avvolge l’ascoltatore per oltre 40 minuti.

Così, Orthrus catapulta immediatamente i connotati fisici dell’album in uno spazio claustrofobico ma soprattutto ignoto, mai toccato precedentemente. La densità dei droni, legati fra loro come un’unica grande entità, contribuisce ad evidenziare la dimensione corporea di sonorità che sembrano uscire direttamente dalle viscere della terra.

Cerberus non cambia radicalmente le carte in tavola, per quanto si faccia più insistente la presenza di suoni space, come se dalla materialità del brano precedente si possa passare a qualcosa di più spirituale ed elevato, mettendo insieme corpo e anima.

Chimæra I non rientra fra i dischi “necessari” di Colin Stetson e l’ascolto si fa faticoso con il minutaggio. Tuttavia, non è da una dimensione puramente musicale che va valutato un lavoro simile: è innanzitutto lo sviluppo di un concept e di un’idea che emerge in modo chiaro e netto in entrambi i brani ed è un innegabile pregio.

Inoltre, Stetson si cimenta in un’opera pressoché inedita nella sua discografia: un nuovo inizio?



Logo con lettering sfondo trasparente radioaktiv

Iscriviti alla nostra newsletter

Non perdere le nostre rubriche e tutti gli aggiornamenti sulle nuove uscite discografiche su base mensile.

Iscrizione riuscita!