Collars: la nostalgia per i futuri passati
A distanza di due anni dall’esordio con Tracoma (Karma Conspiracy, 2020), i Collars tornano con una nuova dose di frenesia e violenza sonora intitolata Hauntology, Ep rilasciato il 14 novembre 2022 per Grandine Records.
Il progetto che vede Davide Gherardi alle chitarre ed Enrico Baraldi al basso, entrambi ex Ornaments, e Alberto Balboni dei Nadsat dietro le pelli s’ispira al concetto di “Hauntologia”, reso popolare dagli scritti di Simon Reynolds e Mark Fisher, secondo il quale in mancanza di un contesto che permette di vedere nuovi futuri all’orizzonte, ci si concentra sull’esplorazione di passati reimmaginati.
Nascono così cinque tracce maestose e apocalittiche a partire da Tra le ceneri che si apre con un martellante giro di basso. L’iniziale calma apparente viene rotta dai metallici riff di chitarra che s’incastrano con la ritmica math fino a svanire lentamente in una trama dal sapore dark ambient.
Crisalide è un brano dalla combustione lenta, tentacolare, con le chitarre dilatate che si muovono minacciose su una ritmica pronta ad esplodere da un momento all’altro. A differenza di Tra le cenere, Crisalide è un brano più immediato, quasi primordiale, emotivamente impegnativo, con una devastante cavalcata finale di puro post-metal.
Tra i momenti migliori di Hauntology c’è la conclusiva Bagliore: le atmosfere inquietanti dominano quest’ultimo paesaggio oscuro e doloroso, le chitarre invadono la mente mentre la trama ritmica seduce i sensi per un lavoro magistralmente bilanciato tra la lenta parte iniziale e l’avvolgente muro di suono con il quale i tre chiudono la traccia.
Con Hauntology i tre si sono confrontati con gli effetti spettrali della vasta eredità culturale emersa dal calderone dei nuovi media, che grava come un peso insopprimibile sulla produzione culturale contemporanea, costantemente captata e ri-captata dai riverberi nostalgici di un passato mai vissuto.
Ne scaturisce un lavoro maturo in grado di esprime l’impotenza creativa dell’industria culturale e dei suoi modi di produzione.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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