Combo Qazam: la dicotomia dell’analogico-digitale
Prendi dei pulzelli cresciuti in un mondo analogico ma che son diventati adulti in un’era digitalizzata e algoritmica. Non può che uscirne una Combo, o meglio una Combo Qazam!
Ab al Tamimi, Gino Miniutti, Arno Breuer, Stefan Breuer insieme arrivano a sommare 80 anni di esperienza musicale in complessive 40 band (!), tanta roba!
Nonostante ciò, i poliedrici millenials provenienti dall’ other-side dell’Europa (Utrecht), hanno pubblicato solo il 20 maggio 2020 il debut album Flight Music per la label Tiny Room Records.
Dieci tracce compresse in 30 minuti tessono una composizione a geometrie variabili, con sfumature elettriche piombate o, alternativamente, dalle sussunzioni più elettroniche.
Il disco è una dicotomia frutto della miscelanza tra le anime multiformi dei componenti, c’è del prog dal sapore kraut, tanto math-rock per via delle strutture ritmiche insolite (Panama) che sfocia, sovente, in assoli prettamente postpunk ai limiti del noise.
Non mancano tracce alternative, con rilevanti o addirittura esclusiva strumentalità (Marx).
La voce, dissonante e in multi eco sfumati, è un accessorio che si inserisce con disinvoltura tra riff di chitarra, basso e batteria, senza mai essere però una protagonista essenziale.
In Logorrhea, nomen omen, interviene con tratti scanditi e ripetuti, a mò di picchio instancabile.
Ero molto curiosa di ascoltare San Remi per via del titolo. Mi sono ritrovata dinanzi ad un sound scientifico-drone, in un duo xilofono-synth niente male. Solo a metà del pezzo, tra rivoli dispiegati di cimbali, intervengono vocals sfumati e lontani, destinati a scomparire tra riffs e beats prorompenti.
Nota di merito per la finale Partial Sun, in cui prendono il sopravvento stecche, grancassa e assoli elettrici non distorti. La conclusione è armonica e romantica, anche se per nulla sprovvista di grande sperimentazione tecnica, l’exploit finale è una bomba ad orologeria predisposta ad arte.
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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