I Cosmetic sono una roccia del panorama musicale italiano
I Cosmetic sono attivi da un sacco di tempo e ne è passata molta di acqua sotto i ponti; ora viene fuori un nuovo album a distanza di due anni, anche a seguito di un tour in cui ha suonato con loro Erica Terenzi (Be Forest).
Un album con più riverberi, più synth, più pezzi espliciti, l’elaborazione del loro tipico sound che si avvicina sempre di più alla perfezione, Plastergaze è disponibile dal 15 marzo su To Lose La Track e Lady Sometimes Records. La band romagnola torna in scena a 2 anni di distanza dal precedente Core mettendo la palla al centro ancora una volta, provando a seguire un po’ di più la realtà, quella che per loro non finirà mai e che non gli permetterà di invecchiare. L’album è la manifestazione artistica di questa visione dello scontro tra sogno e realtà, dove i i progetti mentali hanno il loro peso, ma valgono sicuramente meno rispetto alle cose vere di cui il cuore ha bisogno.
La sfida principale è rendere tutto il più vero possibile, non solo nella testa; si può partire con l’idea, la volontà di creare un progetto di felicità, ma fortunatamente questo non succede. Questa idea può far paura, ma è il meccanismo che ci consente, e che consente alla band, di crescere senza appunto invecchiare. I Cosmetic proseguono dritti sulla loro strada senza interessarsi a falsi ornamenti, creano un un suono hardcore, più cupo se vogliamo, e sicuramente non scontato. Quasi fuori tempo ostentano il disagio di chi è convinto di poter andare avanti con quello che si ha e senza doversi inventare nulla.
L’album è stato anticipato dal primo singolo Inetti n.1, un brano d’impatto e più di stampo shoegaze/dreampop grazie ai sintetizzatori di Alessandro Straccia (Marcovaldo) che è autore della musica del brano, e alle armonizzazioni di Alice, già presente nella formazione della band ma che assume un ruolo di vitale importanza in Plastergaze. La band romagnola guidata da Bart non abbandona comunque le proprie caratteristiche indie rock e dreamy per puntare maggiormente verso sonorità shoegaze e l’album è stato autoprodotto con l’apporto di Steve Scanu al mixaggio (già al lavoro con Be Forest, Lantern, Urali) e di Filippo Strang al mastering.
La musica italiana sta affrontando una gara dove chi vince è il più furbo o il più hype, ma i Cosmetic dimostrano che sul podio possono salire anche gli inetti, perché è proprio chi è insoddisfatto di ciò che ha attorno che ha la capacità di andare avanti facendo suonare tutto più reale, più vicino a noi. Questa è la loro sfida, portata pienamente a termine con il nuovo album e che continua renderli una dalle rocce più salde del panorama made in Italy.
Mi chiamo Elena, sono una studentessa dell’Università di Bologna da sempre appassionata di musica. Da quando mi sono trasferita ho iniziato a frequentare il Covo Club diventando quasi un membro onorario e ciò mi ha dato la possibilità di conoscere nuove band e approfondire il mio interesse verso quelle che ascolto da sempre. Principalmente interessata di indie/britpop, shoegaze/dreampop e cresciuta con gli Arctic Monkeys sono stata a numerosi concerti, dai “big names” come Kasabian, Libertines, Black Keys, Paolo Nutini, Florence + The Machine, The Wombats, Biffy Clyro, Pixies, Queens Of The Stone Age, passando per gli italiani Verdena, Giorgio Poi, Colombre, Dunk, Baustelle fino ai festival locali come “Beaches Brew” e “Handmade”.
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