Costanza Francavilla da architetto del suono racconta Kenneth Reams. Per chi ha pensato almeno una volta di arrendersi
Esistono uomini straordinari che riescono a urlare vita dove tutto ciò che li circonda sussurra morte. Uomini coraggiosi che hanno un‘esasperante fede nella giustizia, quando tutto parla di disinteresse, superficialità e diseguaglianza.
È il 1993, quando in Arkansas il diciottenne Kenneth Reams e un suo amico decidono di fare una rapina ad un bancomat. Parte un colpo di arma da fuoco; Kenneth faceva da palo e non ha di fatto alcuna responsabilità nell’omicidio.
Ad oggi sono 26 anni che Kenneth si trova nella Varner Unit, in isolamento. Secondo la legge dell’Arkansas anche se sei solo complice di un omicidio, per te è prevista la pena di morte. Più di un anno fa il caso è stato dichiarato incostituzionale, la pena di morte revocata, ma Ken è ancora in isolamento. Lo stato dell’Arkansas vorrebbe però riaprire il caso. Per Ken insomma, non è ancora finita.
“Ci sono due opportunità: speranza o disperazione”.
Free Man, il docufilm di Anne-Frédérique Widman, patrocinato da Amnesty International, è la testimonianza di un amore folle per la vita, per la propria libertà. La testimonianza di come l’arte riesca ad abbattere il cemento di quei 5 metri quadrati in cui sei costretto a sopravvivere.
Costanza Francavilla, eclettica musicista, ne disegna un tappeto sonoro dove i fili di rabbia, angoscia, dolcezza e calore umano si intrecciano perfettamente. Sì, c’è di tutto. C’è tutta la palette di umane emozioni. Perché la storia di Ken fa paura, fa rabbia, strappa un sorriso per la genuinità della sua voce, ti emoziona e ti rende fiera per la pittura, la poesia e l’attivismo politico che è riuscito a portare fuori le sbarre.
La colonna sonora è stata pubblicata il 29 novembre 2019 da Zerokilled Music, l’etichetta personale dell’artista romana che attraverso sintetizzatori, modulari, hang drum e archi, accompagna con sapienza il ripercorrere le tappe di questa storia. Le percussioni di The Night Spiral schiacciano, non danno tregua, come quelle scelte sbagliate, quegli attimi d’incoscienza che ti possono segnare per sempre. Se da un lato abbiamo la morbidezza dei suoni dell’hang drum dall’altra la traccia è pervasa dai feedback elettronici utilizzati per generare uno stato di tensione.
Ma tra le ingegnose melodie della nostra, c’è un suono che più di tutti risalta per la sua bellezza. È la voce di Kenneth, che risuona nelle telefonate dal carcere fatte agli amici, alla zia e a Isabelle. È la voce piena di amore, speranza e fiducia con cui le parla. Isabelle è un’artista francese, si sono conosciuti così, con un po’ di “distanza”. Love is Stronger Then Death li racconta perfettamente e li fa correre su un tappeto di tasti bianchi e neri, vorticoso, con le percussioni (l’hang drum e i pad elettronici che s’intrecciano) potenti come il loro amore che combatte la paura e la perenne ansia di perdersi per sempre.
I piani elettrici e gli archi di Spinning Stars aprono la narrazione catapultandoci in Arkansas, in un crescendo generato dall’uso degli arpeggiators che ne rendono il suo scorrere impetuoso. Segue il delicato tappeto sonoro di We’ll Be Safe, un mantra sognante che si poggia sugli elementi cardini della musica della Francavilla: piano, archi e hang drum.
Free Man è una storia di coraggio e amore, è la storia di un uomo semplice ma allo stesso tempo straordinario. È la storia per chi ha pensato almeno una volta di arrendersi. È la storia che Costanza Francavilla è riuscita a raccontare con la sua musica.
Leggi l’intervista a Costanza Francavilla QUI
Nata ad Aversa, da qualche anno a Bologna; belli portici, il melting pot culturale, i tortellini, i concerti, ma l’umidità resta un problema serio. Osservo il mondo immaginandovi una colonna sonora e se c’è del romanticismo alla Serendipity, questa sarà sicuramente Mind Games. La prima cosa che mi interessa dei concerti sono le luci, le luci e la gente. Sogno che un giorno si ritenga importante una rubrica del tipo “La gente che va ai concerti”. Alle feste mi approprio con prepotenza, del ruolo di dj, e adoro quando arriva il momento dei Bee Gees. Faccio classifiche per ogni aspetto dello scibile umano, playlist per ogni momento topico della vita. Canzone d’amore più bella di sempre Something (ma penso di essermi innamorata con Postcards from Italy), per piangere Babe I’m gonna leave you, colazione con Mac de Marco, quando fuori è freddo i Fleet Foxes, ma se c’è divano e film, è subito Billy Joel. Riflessioni esistenziali con Bob Dylan e Coltrane, mi incanto col manuche, shampoo con Beyoncè, terno al lotto con i Beach Boys, libiiiidine con Marvin Gaye. Stupore e meraviglia con The Rain Song, Nina Simone se necessito di autostima, forza e coraggio, sogno infinito con Sidney Bechet.
Potrei continuare, ma non mi sembra il caso. Si accettano suggerimenti e elargiscono consigli.
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