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Costiera: Partire. Ripartire. Corsa. Rincorsa.

È così che si sono mossi i Costiera, già conosciuti come Terzo Piano. Son partiti, con quel brano dal titolo Attratti Super, che effettivamente, come una calamita aveva attratto le mie orecchie toccando non so bene quale nervo scoperto.

Hanno corso, bruciando le tappe, con una sincerità smisurata, pari solo alla propria ingenuità, senza darsi abbastanza tempo per saggiare il terreno. E così si son fermati. Ma soltanto per ripartire.

Ripartire con la Rincorsa, per poter recuperare il tempo perduto. Ripartire con un nuovo nome e un nuovo album: Costiera. Rincorsa.

Uscito il 30 novembre per Futura Dischi, nato grazie alla collaborazione e alla direzione artistica di Andrea Suriani. Nove tracce, nove storie, che parlano di fallimenti, di abbandoni e ripartenze.

Un disco spontaneo che profuma e suona di provincia, di storie normali, semplici, narrate con una voce calda, rassicurante, dal timbro nostalgico e pacato. Un disco ben strutturato, più maturo rispetto al passato, merito di un evidente lavoro di lima di cui si sentiva la mancanza.

Un disco fatto di suggestioni forti, di sentimenti nascosti tra le note che si svelano poco a poco riscaldando, empaticamente, quelli sopiti e forse dimenticati in ognuno di noi. Rincorsa è un album che, in modo del tutto non calcolato, ruota intorno al desiderio di rivalsa, di ottenere qualcosa d’indefinito, ma presente.

Il buon livello del prodotto si era già notato con i tre singoli lanciati da maggio in avanti, fino all’uscita ufficiale del disco.

Shangai, Mai Stati in Serie A, Karaoke, tre brani che in più o meno quindici minuti di musica riescono a dare un’impronta forte e ben riconoscibile a Rincorsa.

Indie-Pop con una buona influenza elettronica al suo interno, un gemellaggio ben riuscito che si erge unico nel panorama italiano spesso più orientato sul fronte del cantautorato.

Qui i synth e le drum machines sostituiscono le chitarre, i ritmi vengono cadenzati dai colpi quadrati della cassa, dall’alternarsi studiato e ricercato di pieni e vuoti, dall’enfasi delle parole, precise, scelte, mai scontate per quanto semplici.

Le modulazioni e la costruzione armonica dei brani segue costantemente una linea crescente che amplifica non solo il piacere dell’ascolto ma anche l’immergersi sonoro, il perdersi in una musica che contemporaneamente svuota l’anima, portando la mente in trance, e la riempie di ricordi, sentimenti, rimorsi, rimpianti, cadute e poi, rincorse.

Da Shangai, dove la metafora del gioco, fortissima e presente, esprime la fragilità e l’instabilità di ogni rapporto, anche il più solido; passando per Mollare la presa, dove il discorso indiretto diventa in realtà un modo per parlare a se stessi. Immagini quotidiane, tangibili, cantate con effimera delicatezza: un karaoke, due persone, il disgusto per le serate tutte uguali: la vita, insomma.

Mai un vuoto insomma, sia musicale che emotivo. Camminano di pari passo le due tracce, testo e musica, che compongono i brani di Rincorsa. Un costante andamento ondulante, una sincronia dolce espressa da brani come Mai Stati In Serie A, La Fine della Festa, Fidati.

Una rincorsa scattante, una partenza che premia per tutto ciò che è stato in passato, un passo lungo, di velocità, capace di lasciare un segno, fiammante, devastante, lungo la strada.

Questi sono i Costiera, un gruppo che merita un ascolto. Un ascolto mai distratto.




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