Alle prese con un dio furioso: il debutto ufficiale dei Cowards
Nell’epoca digitale e della velocità sfrontata e sconsiderata con cui la vita umana procede in qualunque ambito, soprattutto quello sociale, può sembrare un’anomalia arrivare al debutto ufficiale a inizio 2025 per un gruppo formatosi nel 2019.
I dati, apparentemente, sembrano inequivocabili. Nome: Cowards. Anno di nascita: 2019. Primo album: God Hate Cowards, in uscita il 7 febbraio 2025 per Bloody Sound. Ma scacciando via questa patina di freddezza numerica, alle spalle del gruppo marchigiano c’è ben di più.
Nati come power trio totalmente dedito a sonorità anni ’90, a metà fra post punk e shoegaze, nel 2021 la scomparsa del batterista Peppe Carella rappresenta un’inevitabile shock per la neonata formazione; l’anno successivo esce una raccolta dei loro primi brani, ma la volontà di Luca Piccinini (voce e chitarra) e Giulia Tanoni (voce e basso) di dare un seguito al progetto li spinge ad arruolare Michele Prosperi alla batteria.
Il risultato sono le nove tracce di un disco che per forza di cose non guarda più solo agli anni ’90 di Sonic Youth e Pixies ma anche e soprattutto ad un drammatico presente con cui i Nostri hanno dovuto fare i conti. Non sorprenderà, dunque, ritrovare nella loro musica sensazioni di oppressione e disprezzo, ben evidenziati sin dall’opening I Hate You, che da quei nineties prima citati attinge a piene mani, piazzandosi esattamente a metà fra chitarre à la Dinosaur Jr. e ansie noise rock.
Storm cambia completamente rotta conducendoci verso lidi puramente shoegaze/dream pop, mentre la doppietta centrale Dystopian City / Barefoot Walking in Head segue i dettami del post punk, più classico nel primo caso, più tenue e psichedelico nel secondo. Non manca qualche sorpresa nell’altra metà del disco: About A Friend ben sintetizza il tema della perdita in un sound che riesce a essere struggente senza mai scadere nel patetico, così come il singolo 3020 descrive un futuro lontano e distopico in modo abrasivo e martellante, riproponendo un’interessante fusione fra chitarre punk e occultismo psichedelico.
God Hate Cowards non inventa nulla e non potrebbe essere diversamente per un gruppo che non nasconde la sua totale devozione verso gli anni ’90. Il merito dei Cowards va quindi ricercato in una capacità di rilettura tutt’altro che banale, spaziando fra le varie influenze che quel decennio irripetibile ha regalato alla musica.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.