Il debutto crudo e intenso di Dahjyn
Al debutto con The Gall, Dahjyn è il nuovo moniker di Dan Jyn Suk Ahrendt, precedentemente noto come Tengu Yawn. Il produttore e cantante di Brooklyn firma la quinta uscita per l’etichetta Most Dismal Swamp: cinque tracce tra industrial ed elettronica accompagnati da tre remix realizzati da Endgame, Thegn e trngs. La voce baritonale che vagamente ricorda quella di Tom Smith degli Editors, ci accompagna tra i suoni cupi e le percussioni industriali di King Taker. Una landa sonora tormentata dai rumori di martelli pneumatici, pulsazioni ossessive danno la prima scossa e il primo brivido a un lavoro che si preannuncia come un pugno allo stomaco.
A seguire Salted Hoof è carica di tensione con le percussioni pneumatiche con il compito di creare un caos organizzato governato dalla voce gutturale di Dahiyn. Un brano terrificante dal sound abrasivo, pesante come un macigno sulla testa.
Non da meno Disscussion nella quale l’oscurità regna sovrana. Ritmiche nevrotiche e sintetizzatori acidi fanno capo a un brano techno industriale. Un sound denso basato sulla stratificazione del suono e che spesso usa la voce come uno strumento aggiunto.
Un suono metallico apre Stacks of Bleed, una traccia brutale accompagnata da effetti taglienti e da una ritmica che risulta un vero e proprio trita sassi. Sette minuti di puro terrorismo sonoro concentrato in un mix di industrial e metal, figlia di Justin Broadrick e dei suoi Godflesh. La parte conclusiva invece potrebbe essere tranquillamente suonata dagli Slipknot del periodo Iowa per dare spazio a una coda rumoristica di scuola Einstürzende Neubauten. Un bel calderone nel quale ogni elemento è stato bilanciato con cura.
Summer of the Sigh è l’ultima traccia prima dei tre remix. Un inizio morbido viene interrotto dalla voce quasi sussurrata del Nostro che padroneggia su tutto il brano. Un mantra oscuro e viscerale che lavora sulla psiche dell’ascoltatore.
Sebbene The Gall non sia un lavoro innovativo, di sicuro non sconvolgerà il mondo della musica, risulta comunque un Ep ben realizzato con spunti interessanti che fanno ben sperare per il futuro di Dahjyn.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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