Il suono “malato” dei Dalhous
Nel pieno della loro carriera Marc Dall e Alex Ander danno alle stampe The Composite Moods Collection Vol.1 con il quale il duo di Edimburgo approfondisce la loro passione per la psichiatria e le malattie mentali. Un lavoro complesso e imprevedibile che analizza la relazione tra due individui che convivono nello stesso spazio ristretto, uno in buona salute mentale e l’altro decisamente malato.
Il secondo volume di questo progetto interrompe un silenzio durato cinque anni. Con The Composite Moods Collection Vol.2: Point Blank Range i Dalhous invertono il punto di vista narrativo, analizzando la situazione dalla prospettiva della malattia.
Ansia, dolore e irrequietezza sono documentati attraverso le 14 tracce del disco, facendo vivere all’ascoltatore un’esperienza quasi fisica.
Un suono spettrale e mutante si manifesta a partire da Transceivers trasmettendo un forte senso di alienazione che si trasforma con A Mould Beyond Perception in un senso di pericolo dovuto all’uso dei suoni sinistri e dei glitch. Dark ambient e industrial si mescolano al fine di generare allucinazioni neurochimiche densamente dipinte con un’ampiezza di suono inaudita.
Il duo ha dalla sua la capacità di creare atmosfere inquietanti date da spasmi cacofonici, droni polverosi, frastuoni e rumori che vanno a comporre la parte ritmica di Everything Is Bleeding.
Glitch e feedback metallici la fanno da padrona in Phantasies From the Schema nella quale echeggiano le note dei sintetizzatori che fanno da collante tra i suoni glaciali e i rumori industriali.
Grotesque. Empty.Spaces è violenta e viscerale, pervasa da tensioni, ciò nonostante nasconde una melodia inquietante per una traccia dal linguaggio pluriforme.
Intramuscular Administration è l’ennesimo esperimento industriale: lente folate di droni si mescolano col rumore bianco esplorando territori estremi.
The Composite Moods Collection Vol.2: Point Blank Range è la colonna sonora di un viaggio alla scoperta delle malattie mentali, quattordici brani da leggere come un unico episodio all’insegna di una elettronica cupa e psicotica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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