Dalila Kayros incontra le sue ombre
Attiva dal 2013 nell’ambito della musica sperimentale, la cantante, compositrice e ricercatrice vocale Dalila Kayros dà alla luce il suo terzo album realizzato in collaborazione con il musicista elettronico Danilo Casti con il quale conduce dal 2018 un lavoro di ricerca nel campo della musica elettronica sperimentale.
Pubblicato il primo luglio per Subsound Records, Animami è un album che incarna i passaggi di un processo di trasformazione interiore, un viaggio dentro le profondità della mente, un’esplorazione nei luoghi bui della coscienza i cui contenuti nascosti riposano nell’ombra.
Con la Kayros partiamo alla volta di un viaggio mistico che inizia dagli abissi (Abyss), un grido di aiuto si fa largo tra i suoni cupi e vibranti modulati da Casti. L’atmosfera diventa ansiogena, i suoni industriali ed opprimenti risaltano la vocalità della nostra.
Nella titletrack la cantante viene in contatto con le zone buie della psiche: la parte iniziale del brano ricorda una Bjork dalle tinte dark, man mano che le trame diventano sempre più rarefatte le pulsazioni elettroniche alimentano uno scenario tetro e claustrofobico che vede la Kayros sperimentare con i vocalizzi.
In Yonder la musica ha la meglio sulla voce diventando la protagonista della traccia. Gradualmente gli scoppiettii elettronici e le tinte fosche si affievoliscono mentre la voce si trasforma quasi in un leggero parlato.
La tensione aumenta con Breath, le scariche elettriche creano degli intermezzi spettrali tra la voce di Dalila e le trame sintetiche del brano costruendo gradualmente un climax intenso e avvolgente. Il finale di natura industriale si tramuta in un incubo della mente manifestato attraverso una trama abrasiva e urla sinistre.
Buio è la prima delle due canzoni cantate in italiano (la seconda è Umbra). Musicalmente il brano resta ancorato ai toni cupi inglobando influenze trip hop che lo rendono ancora più interessante delle precedenti, mentre la voce di Dalila Kayros è chiara e sempre controllata creando una affascinante tessitura armonica.
Animami mostra le diverse forme che l’ombra può assumere, momenti caotici ed altri più ragionati per un album interessante sia in ambito compositivo sia per come viene utilizzata la voce che racconta le emozioni provate durante questo viaggio.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti