Channels: un’ampia tavolozza sonora
A un anno dal debutto come solista con Eternal Something, il polistrumentista tedesco Daniel Brandt, co-fondatore dell’acclamato ensemble Brandt Brauer Frick, ha messo al mondo il suo secondogenito, Channels, pubblicato per l’etichetta londinese Erased Tapes il 12 ottobre 2018.
Sette tracce per un lavoro entusiasmante che porta Brandt ad esplorare nuove frontiere: Channels si snoda su una struttura avant-garde, intrecciando techno, minimalismo, jazz, trionfi orchestrali e trame cinematografiche.
Flamingo è una intricata suite che potremmo definire techno orchestrale, il ritmo frizzante della musica nata a Detroit, acida, si mischia al suono altisonante tipico delle orchestre che fanno della prima traccia una produzione ambiziosa e viscerale.
Segue la coinvolgente Sailboats III costruita su una linea di basso vivida e pulsante che prende ispirazione da un dipinto di Lichtenstein. La profondità della produzione insieme alle dinamiche crescenti la rendono una traccia mentale, che scaturisce in una esplosione di suoni algidi.
In Channels non mancano le citazioni, come quella a Risky Business dei conterranei Tangerine Dream in Cherry Dream. Brandt si serve dei fiati per creare un’atmosfera cupa e fragorosa e utilizza il ritmo e le pause per creare un gioco di chiaro scuri.
La traccia che dà il titolo all’LP ha un carattere cinematografico con nuance melodrammatiche. Channels è calda, rilassante all’inizio ma man mano i synth che si legano col piano rendono il suono corposo dando un senso di ansia, la drammaticità aumenta al crescere delle dinamiche. Il beat accelera e il ritmo si fa saltellante, mentre la batteria ruba la scena agli altri strumenti.
Channels è un album ricco di spunti interessanti, con uno sguardo verso il mondo dell’arte visiva, d’altro canto nel processo creativo di Brandt nulla è lasciato al caso, sebbene i troppi elementi utilizzati dal tedesco potrebbero destabilizzare l’ascoltatore a causa di una tavolozza sonora ampia che potrebbe distogliere lo sguardo/ascolto dal punto centrale del disco.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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