Un buona prima prova per Daniele Carcassi
La nuova realese dell’etichetta bolognese Slowth Records porta la firma di Daniele Carcassi. Habitat è uscito il 23 aprile 2021 ed è un concept album nato dalla riflessione sulla relazione dell’uomo con il proprio habitat naturale.
Il primo progetto solista di Carcassi è un mix di ambient ed elettroacustica, sviluppato per creare un ecosistema nel quale i suoni costruiscono una relazione organica tra i materiali elettronici e i paesaggi sonori in perfetta simbiosi tra loro.
Ai suoni quindi il compito di condurre l’ascoltatore in un viaggio in un luogo immaginario in cui le azioni dell’uomo sono contrapposte alla natura che ha riconquistato i propri spazi.
L’album si apre con Esoscheletri, la prima traccia è costruita da strati leggeri, suoni di granelli di polvere, oscillatori e arpeggi tonali interconnessi al fine di ottenere un armonico tappeto sonoro che vada a riprodurre il linguaggio sonoro della flora e della fauna.
Segue Carapace: un flusso di suoni reali si susseguono e si aggiungono per tutta la durata del suo percorso, creando così una tavolozza di frammenti naturali legati da interventi ritmici quasi impercettibili. Un insieme di microcosmi sonori convivono in perfetto equilibrio.
In Tagmata i frammenti ritmici diventano protagonisti, gli impulsi sonori s’intrecciano formando una texture sintetica e instabile. La traccia di chiusura, Assorbimento, è un crescendo di sintetizzatori modulati e plasmati dosandone le tonalità. Ne vengono fuori una serie di immagini che descrivono i diversi stadi dell’apprendimento di un essere vivente: l’esplorazione dei sensi spaziali, la prima conquista della razionalità fino ad arrivare ad un progressivo aumento della fisicità dipendente dai vari stadi di percezione.
Habitat è un lavoro maturo basato su un linguaggio sofisticato segnato dalla varietà di momenti, dai fraseggi lunghi e tortuosi a interventi minimali, che rendonol’album vario e multiforme. Un buona prima prova per Daniele Carcassi.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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