La condizione umana nel mondo contemporaneo secondo Daniele Ciullini
Il musicista fiorentino Daniele Ciullini è attivo negli anni ’80 nell’ambito della musica concreta e sperimentale. Dopo una lunghissima sosta riprende la propria attività nel 2011 con molteplici lavori nell’area della musica noise/industrial.
The Double Face of the Zero è la sua nuova opera, un lavoro che ruota attorno al progressivo sgretolamento della condizione umana, intrappolata in una Babele di linguaggi tossici, ipnotizzata da miti tanto seducenti quanto falsi.
L’album pubblicato per la label indipendente Tocca il Futuro è un complesso labirinto di suoni elettronici sostenuti da ritmi meccanici tra i quali emergono frammenti vocali utilizzati per guidarci verso la fuga da queste decadenti architetture sonore.
Le fonti sonore da cui proviene l’opera sono molteplici, tutte elaborate elettronicamente in modo da non mostrare la loro origine, per collocarsi in uno spazio “altro”, il più possibile libera dai modelli e dalle categorie che delimitano anche l’area della musica di ricerca.
Suoni di nastri combinati con campioni vocali danno inizio a A Suspension, la prima traccia è frutto della pesante manipolazione delle fonti sonore rese non identificabili e impiegate in maniera non convenzionale con lo scopo di creare un effetto straniante. In Fallen but Raised il suono si disgrega in cellule minime e minute, riaggregate poi in frattali. Ne viene fuori un ambiente sonoro impervio che avanza a tentoni sprofondando nella parte finale in una grigia desolazione frutto del noise ottenuto con i nastri magnetici.
Nonostante le strutture dei brani sembrino apparentemente ripetersi, ad un ascolto attento si nota come Ciullini giochi con i timbri, introducendo in ogni traccia ronzii o tintinii che ne caratterizzano l’andamento.
Tuttavia nell’album si trovano tracce come Unsaid in cui sonorità distorte e metalliche creano un paesaggio sonoro da provincia industriale, una cartolina che arriva direttamente dai confini più remoti della propria coscienza.
The Double Face of the Zero è la perfetta colonna sonora di uno spettacolo postmoderno in cui i suoni tracciano una via di fuga dalla condizione umana nel mondo contemporaneo, musica concreta che descrive il mondo che vediamo e quello che è invisibile ai nostri occhi.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti