David Allred e i suoi intrecci melodici dal carattere nostalgico
Pubblicato da Erased Tapes Records il 2 novembre 2018, The Transition è il primo lavoro solista del cantante e polistrumentista David Allred, un lavoro intimo e personale, dai testi introspettivi ed ermetici.
La ETR è una giovane etichetta (2007) ma è già riusciuta nell’intento di ricavarsi una nicchia nel mercato europeo, contribuendo alla definizione di nuovi stilemi musicali. Vanta tra i suoi rappresentanti Nils Frahm, Rival Consoles, Lubomyr Melnyk e Peter Broderick, grazie al quale Allred è entrato nel parco artisti della label.
Dopo anni di esperienze come ingegnere del suono, turnista e forgiato dalla collaborazione con Peter Broderick, Allred ritorna nella sua città di origine Loomis, dove registra quasi completamente in solitudine, se non nell’ultima fase con il fidato Pete.
Già dalla prima nota del disco si è immersi nel peculiare suono che pervade l’intero lavoro. Un suono costruito da intrecci melodici di archi ed fiati dal carattere nostalgico, chitarre, piano, sintetizzatori che approfondiscono ancora di più la trama di suoni. L’atmosfera è quella degli ampi spazi, con suoni distanti, resi tali dall’uso di riverberi, con trame ampie, ora trame fitte, creando un gioco di intensità che accompagna l’ascolto.
Altra peculiarità determinante del suono è la quasi completa assenza di percussioni, se non qualche raro piatto, piazzato lì ad accennare i movimenti. Una scelta che si comprende e si apprezza per l’uso dei lunghissimi riverberi, spesso naturali, catturati nei luoghi di Loomis dove Allred si trovava a registrare.
Il binomio voce-contrabasso restituisce la cifra stilistica di Allred. La voce è lo strumento che regna su tutti, essendo sempre in primo piano rispetto agli altri strumenti. Diventa praticamente un coro di voci per la sua abitudine compositiva di sovrapporre più traccie vocali, che regala un profondo effetto chorus naturale.
Il contrabasso fa invece la parte del co-protagonista. Presente in quasi tutti i brani, è di una importanza tale da rappresentare la pietra angolare del costrutto sonoro.
Per poter apprezzare al meglio The Transition bisogna lasciarsi suggestionare dalle sue atmosfere cupe e melanconiche. Nonostante il disco abbia una durata relativamente breve, circa 40 minuti paragonabili ai 90 del cinema, i brani sembrano succedersi lentamente per il costante ritorno di luoghi sonori e dei temi di cui David parla: solitudine, alienazione, ansie e speranze per il futuro.
Il finale del disco invece ritrova un po di luce con due degli ultimi tre brani, For the Penguins (terz’ultimo brano), strumentale, nel quale ritroviamo anche il ritmo a ricoprire un ruolo determinante, ed il penultimo brano che è forse tra i più pregievoli. For only all è un brano solo voce e contrabasso, synth ed un coro di voci sul finale, in cui si può apprezzare appieno l’impronta compositiva di Allred. Le linee vocali sono quasi delle evoluzioni spericolate, audaci, contrabasso costante ed impertinente ed un fervido senso di riscatto.
È un lavoro che vale sicuramente la pena ascoltare, ma sopratutto ri-ascoltare, per chi ama il cantautorato e le sue mille forme contemporanee. Un lavoro che spinge ancora un po’ oltre i confini di un genere capace di sfruttare tutti gli stimoli sonori con cui riesce a mescolarsi, e di cui Allred è degnissimo interprete.
Approccio la musica da giovanissimo, primo CD comprato all’età di sei anni, i backstreet boys -.-, pochi mesi dopo la regola dell’amico degli 883. Sbagliando si impara. La prima chitarra a 12 anni, amore mai finito, comincia il calvario del giovane musicista infognato nel hard rock ortodosso, rock progressivo, metal, inciampando ogni tanto nel jazz. Nell’approcciare i 20 scopro bob dylan e vengo rapito improvvisamente dalla folk music, ed in particolare dal popolare classico napoletano. Compro una telecaster. Nell’età della ragione cedo definitivamente alle lusinghe dell’elettronica chiudendo il cerchio. Percoso comune a tanti altri musicisti ed appassionati. Oggi sono diviso tra la passione per la scienza ed il pensiero positivista, spirito apollineo e laurea in ingegneria, e quello per la musica, spirito dionisiaco, che grazie al suo effetto terapeutico mi
permette di connettermi con emozioni profonde altrimenti indecifrabili per me. Il tutto tenuto insieme da un’altra forte passione, quella per la politica.
Comincio a scrivere per necessità, quando tengo un programma in una web radio stabiese, “radio asharam”, insieme a quel birbante di Petch, che mi indica la via maestra ancora oggi. Ci prendo gusto perchè lo scrivere esercita la mia scarsa capacità di sintesi e l’accuratezza dei concetti che provo ad esprimere. Sto migliorando.
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