Viaggiare con la musica di David Chalmin
La terre invisible è il primo solo album del compositore, producer e sound engineer David Chalmin. Pubblicato il 24 maggio 2019 da Ici d’Ailleurs, l’album non va considerato come un vero e proprio debutto date le collaborazioni di Chalmin con Shannon Wright, The National, Matt Elliott, Zu, Gaspar Claus, Efterklang e molti altri.
Sei tracce per 43 minuti in cui emerge un ricco senso della composizione e della melodia combinati con una produzione nitida e dettagliata.
La terre invisible è un album che va ascoltato con attenzione perché tra le sue influenze non vi è solo la techno e l’elettronica d’avanguardia, bensì anche la musica classica che va ricercata nel suono del pianoforte.
Un’atmosfera sognante viene creata dai glitch e dai synth modulari della prima traccia À l’aube, interessante come David convogli insieme in una techno riflessiva i suoni del pianoforte con i pad e il set up elettronico.
Un suono rotondo e profondo per Matière noire che gioca sui contrasti: i suoni taglienti e cupi della techno generati dai modulari incontrano suoni eterei e d’avanguardia, la traccia nasce dall’equilibrio tra due mondi dall’estetica opposta.
L’introspettiva Image Nocturnes nasce dall’incontro di suoni generativi con il mondo classico, tra atmosfere spaziali e mistiche che vengono disturbate scomponendo e spezzettando i pattern elettronici in modo da creare una rottura del suono.
Lumière blanche posta in chiusura di La terre invisible è tra le sei produzioni quella con l’animo più classico in cui troviamo un piano dolce e malinconico che viene spogliato di tutti gli orpelli elettronici, la semplicità della traccia lascia stupefatti all’ascolto.
La terre invisible è un album sofisticato e colto, David Chalmin ha prestato attenzione ad ogni minimo dettaglio. Nell’ascoltare le sei tracce che compongono l’album si percepisce tutta l’esperienza del francese e la sua capacità di trasformare le note in un viaggio senza tempo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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