Il disco perfetto per una giornata di pioggia
“Dopo il silenzio ciò che si avvicina di più nell’esprimere ciò che non si può esprimere è la musica” scrisse Aldous Leonard Huxley. È con queste parole che si può riassumere Glam Tear Stain, il primo vero album solista del compositore inglese David Norland. Pubblicato il 25 ottobre 2019, il full lenght è il primo di una serie di lavori solisti che verranno pubblicati da Denovali.
Nelle tredici tracce dell’album confluiscono influenze elettroniche, fieldrecordings e arrangiamenti più intimi, minimalismi di piano e archi; il risultato è una semplice musica melodica e tonale per pianoforte e archi, filtrata attraverso le lenti elettroniche, spaziali e sperimentali dei precedenti sforzi musicali di Norland.
Una soave melodia ci prende per mano sulle note di Agate or Barium. Una profonda tristezza si annida nella traccia che tra la lentezza del piano e il suono avvolgente degli archi ci tiene col fiato sospeso. Piccole perle neoclassiche con una forte propensione a colpire l’emotività dell’ascoltatore, il tutto nato da un periodo di profondi cambiamenti e accettazione vissuto da Norland.
Nell’abbondante minuto di From Pain, Magicsi concentra un cocktail di emozioni racchiuse nelle dinamiche in crescendo delle note sospese del piano di scuola islandese.
Con To Shasta Mill Norland usufruisce della sua esperienza da corista per utilizzare la voce sovrapposta e mandata in loop come intro del brano. Il piano delicatamente si poggia in rilievo con gli archi sullo sfondo a metterlo in condizione da essere il protagonista.
Cala il freddo, i fieldrecordings riproducono il sopraggiungere di una tempesta ed è così che parte On the Needle and the Wound. Quando gli archi si aprono creano una musica sinfonica che spazza via l’alone di amarezza, piano e archi si rincorrono costantemente, si sfiorano, si cambiano di ruoli per raccontare il costante cambiamento di stato d’animo di Norland.
La settima traccia cambia completamente mood, con Thursday Optimism entra la luce, il piano è gioioso, allegro come se si fosse lasciato le composizioni precedenti alle spalle. Ancora una volta l’uso dei vocalizzi accompagna il piano come a sostegno dell’incantevole melodia.
Da questo momento dell’album è come se qualcosa in Norland si fosse svegliato, come un fiore che stesse sbocciando e che trova nei fiati di Half-Eye Outlines la gioia del risveglio.
L’album si chiude con Ash Motel che rievoca quelle atmosfere tanto care ai SigurRos.
Glam Tear Stain è un album in grado di giocare con i sentimenti, un pugno nello stomaco, tra gioia e dolore, un album che fa spazio ai ricordi, che quando finisce, dopo aver tolto il fiato ti riporta con i piedi per terra.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti