Davide Cedolin: una riflessione sulla natura e l’ambiente
La passione per il folk e per la natura, la scelta di vivere fuori città, quella voglia di sentirsi liberi attraverso il suono della chitarra che ritornando alle origini, ritrova la sua dimensione metafisica e ancestrale. Nella sua musica Davide Cedolin evoca luoghi e immagini conducendoti in un viaggio attraverso una musica placida e zen suonata con la sola chitarra acustica.
S’intitola Ligurian Pastoral il nuovo album del musicista ligure che arriva a meno di due anni dal primo disco Embracing The Unknown. Sette strumentali create per accompagnare una parte testuale che raccoglie storie, leggende locali, considerazioni varie circa i luoghi, gli esseri viventi e non, presenti nella genealogia dell’ album.
Si parte dal suono caldo e avvolgente di Beigua, otto sontuosi minuti durante i quali l’enfasi della chitarra scorre senza freni accompagnata dal contrabbasso di Tommaso Rolando. Una serie di progressioni che vanno a comporre un paesaggio ancestrale, un movimento dall’andatura sostenuta come una corsa tra i campi nei mesi di primavera.
Il folk si fonde con il country in Ca de Cavo, un brano dalle dinamiche in crescendo con l’acustica morbida in relazione attraverso le progressioni armoniche con gli ululati e i sibili della lap steel guitar di Mike Horn dei Seawind of Battery, ospite nel brano.
Timo è tra i momenti migliori del disco, un brano leggero dagli arpeggi delicati che vanno ad incastrarsi perfettamente con i field recording che trovano una dimensione espressiva al pari della sei corde.
Ligurian Pastoral è una riflessione sulla natura e l’ambiente, un lavoro semplice ma allo stesso tempo profondo che sprigiona fin da subito un senso di libertà.
La personale ricerca di Davide Cedolin si rivela fin da subito vincente: la sua musica sprigiona emozioni disegnando con la chitarra immagini suggestive. L’album si presenta come una delle migliori uscite di questo inizio 2023.
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Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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