Viaggio di sola andata
Pubblicato da Eklero il 2 dicembre 2019, Ritual Journey è il nuovo lavoro di Davide Ricci, maestro di macchine analogiche, specializzato nella sintesi modulare.
L’album nasce da una registrazione live in studio, adoperando strumenti elettronici come modulari, sintetizzatori, drum machine e piano elettrico, il tutto per realizzare una colonna sonora ai paesaggi e ai luoghi “fuori dal mondo” che Ricci aveva nella sua mente durante questi mesi. La sua musica permette proprio di poter creare i propri luoghi immaginari.
Ritual Journey guarda all’elettronica d’avanguardia dei maestri Brian Eno, Jean-Michel Jarre, Klaus Schulze tanto quanto alla world music degli strumenti africani a percussione, come si evince dalle cinque tracce dell’Ep.
Ritual Journey si apre con le atmosfere rituali di Road To Nowhere, una traccia che gioca con l’uso dei riverberi e con il microfono piezoelettrico di Dronin (strumento fatto in casa dalla Sardegna) elaborato per usare la voce come un synth.
In The Temple Garden il Rhodes suonato da Luca Santarelli prende il posto dei sintetizzatori polifonici usati per realizzare pad e lead. Nella seconda traccia s’intrecciano i ritmi tribali con il piano di natura neoclassica di chiara ispirazione Frahmiana.
La sintesi modulare è l’anima di Misty Forest con i suoi ritmi ipnotici. Un crescendo di dinamiche per una traccia morbida che si snoda sulle percussioni e su di esse vengono cucite le melodie dei synth.
In chiusura Out Of This World ci porta verso lidi mistici, con le sue influenze cosmiche che intrecciandosi con la parte ritmica e i synth avvolgenti ci trasportano in un’altra dimensione.
Ritual Journey è un album da ascoltare chiusi nella propria stanza o indossando le cuffie, Ricci disegna cinque tracce tra elettronica e avanguardia intime che ci permettono di poter intraprendere un viaggio perfetto attraverso la musica. Un biglietto di sola andata in cui la meta sei tu a deciderla.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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