L’inizio del viaggio di Davide Sammarchi
Al primo ascolto di And In Silence I Found My Voice di Davide Sammarchi vengono subito in mente le parole di Crostruire di Niccolò Fabi: «Chiudi gli occhi, immagina una gioia, molto probabilmente, penseresti a una partenza».L’album di debutto del compositore toscano è un viaggio ad occhi chiusi tra le terre del Nord Europa avvolti da un senso di calma e di tranquillità. La sua musica fa star bene, è confortevole ed è un posto sicuro nel quale rifugiarsi.
Pubblicato il 5 novembre per Memory Recordings, etichetta di Fabrizio Paterlini, And In Silence I Found My Voice è un inno alle piccole gioie della vita, dieci tracce attraverso le quali Sammarchi si racconta sia come musicista sia come persona. Il disco parla di fragilità, dell’entrare a contatto con il nostro più profondo io, dell’accettare le debolezze e nel comprendere che possono diventare dei punti di forza, del mettersi in dubbio ma di ricordarsi, sempre, della gentilezza, verso se stessi e verso gli altri.
L’opener Ad occhi chiusi nasce da un’improvvisazione su un pianoforte verticale, uno scorrere leggero di note alla Lubomyr Melnyk prima di rallentare e far emergere una narrazione a metà tra musica classica e contemporanea. Con questa composizione il pianista invita l’ascoltatore a fermarsi un attimo mentre il mondo intorno va troppo veloce.
Nella successiva Variazioni di luce, pur rimanendo legato alla dimensione acustica del pianoforte, Sammarchi introduce delicati elementi elettronici. Un brano suggestivo attraverso il quale possiamo imparare a vedere sotto una luce diversa le cose che ci circondano ogni giorno per riscoprirne la bellezza.
La traccia che dà il nome al disco è il momento più intimo e personale di And In Silence I Found My Voice. Nella sua essenza minimale, la traccia apre una finestra sull’animo del musicista mostrando il suo lato più profondo. I suoni e i silenzi sostituiscono le parole di un intenso racconto da ascoltare con estrema attenzione e in religioso silenzio.
Ispirato a Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery, If someone loves a flower è un brano caldo e avvolgente. Un elogio al valore dell’amicizia all’insegna della delicatezza e dell’eleganza del pianoforte che incontra il candore degli archi.
In Silence I Found My Voice è un album che parla di amicizie, di sogni, della necessità di rallentare, del bisogno di soffermarci ad ascoltare e osservare e lo fa con sincerità e delicatezza. Davide Sammarchi si rivela una sorpresa assai gradita.
Leggi l’intervista a Davide Sammarchi QUI
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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