Daykoda: la musica come messaggio di sensibilizzazione per l’ecosistema
Dopo aver sconvolto l’equilibrio del nostro ecosistema, negli ultimi anni l’uomo si sta battendo per il rispetto della natura al fine di salvare il Pianeta Terra. La tutela dell’ambiente è diventata una prerogativa per cercare di intravedere un futuro migliore per il mondo di domani.
Anche la musica è parte attiva in questa lotta, invocando a gran voce una maggior sensibilizzazione per l’ecosistema. Daykoda con il suo secondo disco, Physis, vuole ricordare l’interdipendenza tra la Natura, intesa come entità vivente nella quale il genere umano prende parte, e l’Arte che nasce direttamente da questa unione.
L’album, pubblicato l’11 marzo 2021 da Beat Machine Records, è costituito da dieci tracce tra jazz, elettronica e soul dal sound sinuoso e organico. Il lato A del discosi apre con A Cosmic Nature, un breve intro nel quale confluiscono tanto il jazz quanto l’elettronica per un beat scintillante tra i suoni morbidi dei fiati e dei synth e una batteria dal sapore d’n’b.
Seguel’elegante Eyes Open che mostra la naturale propensione del musicista milanese per i patchwork ritmici. Un brano dalle dinamiche mutevoli, fatto di alti e bassi nel quale si sviluppa il suono audace del sax con inebrianti sintetizzatori sorretti da una ritmica intensa che ricorda il buon Jojo Mayer.
Con la seducente performance vocale di Block Mameli Green Leavessi trasforma in una produzione alla Anderson.Paak: suoni caldi tra funk e neo-soul sofisticato e groovy.
Il lato B si apre con la strumentale Jungle War, una melodia chill echeggia tra gli oscuri pads elettronici e i suoni campionati di una foresta e dei flussi acquatici che rallentano l’incedere del beat. Con Ten Little Fingers le porte della black music si aprono alle influenze ambient per un tappeto sonoro disteso con i fiati a porre gli accenti del brano.
L’ipnotico remix di My Abstract Monkey firmato dal collettivo Ishmael Ensamble chiude Physis con la sua splendida apertura melodica per poi terminare con un’atmosfera fumosa,creando un interessante gioco di contrasti.
Un tema importante quello della salvaguardia dell’ecosistema, sviluppato attraverso un album raffinato e maturo che fa di Daykoda non più una giovane promessa, ma una assoluta certezzadel panorama musicale italiano.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti