Gli spettri del violoncello
Attiva nel campo della musica contemporanea e sperimentale, Deborah Walker è una violoncellista dedita all’esplorazione del suono e all’improvvisazione. Membro dell’ensemble francese di musica sperimentale Dedalus e dell’orchestra d‘improvvisazione ONCEIM, non disdegna le collaborazioni con la scena indie italiana,come dimostra la sua partecipazione in Sensibile degli Offlaga Disco Pax.
Con Starflux, in uscita il 12 giugno 2020 per Elli Records, la Walker firma l’uscita numero dodici della serie In The Room.Tre tracce, tre modi differenti di esprimersi con lo strumento a quattro corde a partire da Starflux, solo cello.
La prima traccia mostra un modo inusuale di suonare il violoncello: tenendolo in orizzontale, una mano batte costantemente sulle corde mentre l’altra mette una pressione diversa su di esse in modo da giocare con i toni. Il risultato finale è un beat acustico che, nella sua ritualità, esplora le sfumature dei microtoni,permettendo all’ascoltatore di abituarsi a un suono pulsante che inizialmente risulta fastidioso.
Il concetto della prima traccia viene portato avanti nella successiva Banda Starflux, questa volta in maniera digitale per poter udire un maggior numero di sfumature del suono. Attraverso l’uso delle onde sinusoidali la Walker simula la versione acustica, dandole un carattere glaciale, si ottiene così un suono che va a toccare tutte le sfumature di ogni corda.
La terza traccianasce dalla collaborazione tra Deborah Walker ed Emanuele Battisti che si é occupato della post-produzione del brano. Dalla commistione delle prime due tracce prende vita Pharus Novae, un mix dai toni alti e bassi delle tracce precedenti, un fascino sinistro scaturito dall’incessante colpire le corde e dalle risonanze che ne conferiscono un aspetto misterioso.
Un lavoro complesso, dall’effetto straniante, sinuoso ed elegante come solo una donna sa essere, d’altronde la musica è femmina e il violoncello rappresenta una delle sue espressioni più affascinanti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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