Gli spazi sonori di Demetrio Cecchitelli
François Bayle è tra le figure cardine per lo sviluppo della musica elettroacustica del Novecento, il quale componeva “il suono con images-de-sons (immagini sonore); per spiegare come, attraverso l’ascolto puro in una situazione acusmatica, queste immagini sonore si muovono come farfalle nello spazio udibile e proiettano uno scintillio colorato sull’ascoltatore” (Lescouleurs de la nuit). Tale concetto insieme a quello di abitare gli spazi attraverso il suono danno vita a Dwell, il nuovo album di Demetrio Cecchitelli.
Pubblicato il 22 marzo 2021 da Dornwald Records, Dwell è il risultato di una continua evoluzione del sound di Cecchitelli. Un’incessante ricerca verso nuove sonorità da indagarespinge il nostro a elaborare quattro tracce pensate come immagini, frutto di un lavoro d’improvvisazione nel quale il suono si adatta e viene influenzato dallo spazio che lo accoglie. Quattro spazi sonori nei quali l’elettronica incontra gli strumenti acustici (flauto traverso, chitarra elettrica, basso epercussioni).
La sua musica prende così le sembianze di un flusso morbido e delicato, tra riverberi e modulazioni, un mix di ambient e new age (Dwell I), un sound in continua espansione genera atmosfere eteree in contrasto con le ruvide e nervose frequenze finali. Non mancano tappeti sonori densi e cupi che si spingono in territori dark ambient (DwellII) intervallati da suoni scintillanti dei fiati che fungono da sfumature nelle immagini sonore di Cecchitelli.
Microcosmi sonori si trasformano per adattarsi in tempo reale allo spazio circostante: il suono così contestualizzato viene influenzato dal “luogo” prendendone il carattere contemplativo (DwellIII) manifestatosi attraverso droni atmosferici leggermente modulati per formare armoniose architetture sonore. La sintesi gestita in tempo reale fa si che il suono si gonfi lentamente (DwellIV), trascinando con sé ogni elemento processato, come le chitarre, al fine di ottenere un tappeto sonoro dalla vaporosa densità.
Dwell è l’esplorazione sensoriale dello spazio, un suono organico fortemente evocativo che ben si adatta ad “abitare” il luogo che lo contiene, riflettendo così le immagini in musica e plasmandone la forma per occupare il suo naturale contenitore.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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