La forza delle donne secondo Demian Licht
DemianLicht si è fatta notare nel 2016 con la pubblicazione dell’Ep Female Criminals Vol. 1 per la sua etichetta Motus Records. Fautrice di una techno elettrizzante e dal taglio noir, frutto delle performance audiovisive che l’accompagnano nelle sue esibizioni.
Con Die Kraft (in italiano “La forza”), pubblicato il 10 luglio per la sua etichetta personale, la producer tedesca rilascia l’album di debutto, seguito della trilogia di Ep Female Criminals.
Scritto tra la Germania e il Messico, dove l’artista ha partecipato a riti ancestrali con donne sciamane, il disco è un concept sul Camin Rojo, percorso utilizzato dalle antiche popolazioni locali per invocare i propri antenati.
Bassline acida e rimandi ad una cinematografia sci-fi sono gli elementi cardine dell’ipnotica Ollin (“movimento”) con la quale iniziamo il percorso con la Licht. Una ritmica accattivante (l’hit hat chiuso è una costante) con qualche sentore di tribalismo che “invocano” quella techno “fisica”, un ritorno alle origini della musica da ballo. Il ritmo incessante di Pneuma (“spirito” in greco antico) e le sue bordate pulsanti vengono utilizzate per ricevere le divinità invocate. Un pezzo spigoloso con i bassi tagliati dai filtri sporchi in grado di ammaliare con il suo suono magnetico e roboante.
L’estetica industrial fa da sfondo a Istinto (“istinto” in spagnolo): voci campionate come verità interiore vengono esasperate, tra pulsazioni ossessive, snare e clapelementi fondamentali di una ritmica malsana. Le forme e i toni vengono inaspriti in quello che risulta un mix tra Arca e gli Autechre.
In chiusura Selenophile (“amore e fascinazione per la luna, follia per la luna” in greco) è l’unità della dualità, un corpo astronomico venerato dalla religione azteca come dea Coyolxauhqui. Melodie sospese impreziosite da campioni vocali dal risultato straniante sono la conclusione perfetta di un album ambizioso.
Die Kraft parte dalla techno per condurre l’ascoltatore in un rituale in cui il ballo non è solo un atto ludico ma un mezzo per invocare i propri antenati.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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