Lo shoegaze oltre la stratosfera
Tutto misurato e calibrato dentro un’enorme eco vibrante e sognante; si caratterizza immediatamente l’atmosfera che si andrà a respirare in Black Aura My Sun, quella dello shoegaze in purezza. L’album, uscito il 17 gennaio per l’etichetta californiana Felte Records, in gestazione dal 2017, è il primo lavoro sotto il nome di Deserta, del chitarrista Matthew Doty, membro della band post-rock americana Saxon Shore, formata nel 2001 insieme al batterista Josh Tillman a.k.a. Father John Misty. Il retroterra musicale di Matthew viene fuori in pezzi come I’ll Be Gone e Be So Blue, i cui suoni più netti rimandano ad atmosfere meno sognanti, che strizzano l’occhio ad un post rock dalle sfumature dark wave.
Il bollo dell’arte shoegaze c’è fin dagli accordi di apertura; l’artista ha voluto comunicare a chi ascolta le sfumature dell’aura del suo sole, tinte del grande cambiamento avvenuto nella sua vita, quello dell’essere diventato da poco padre. La dolcezza e la gioia si ascoltano già in Save me, primo dei sette pezzi del disco. La chitarra suonata su una melodia di poche note ripetute si fonde perfettamente con la voce, che fa il suo ingresso nelle fibre del tappeto musicale, con un timbro angelico, indistinguibile pertanto se maschile o femminile, in puro stile shoegaze e dream pop.
Hide è il fulcro dell’album; la voce riprende la melodia della chitarra, il basso suona netto e metallico, ma si fonde perfettamente negli accordi degli strumenti, dando una nota quasi electro al pezzo. È il momento sonoro apicale, al centro dell’album quasi a richiamare la track d’apertura e ad indicare un picco, un’altezza.
La title track chiude l’album, confermandone la scelta stilistica, ma aggiungendo qualche tocco di sperimentazione, che rende più distinguibile il disco nella marea shoegaze e conduce questo “hot air balloon headed straight for the stratosphere”, oltre frontiere sonore, in nuovi altri spazi musicali.
Nata ad Amandola, un paesino sui Sibillini, il 20 aprile del 1979, fin da piccola ha sentito scorrere la musica dentro il suo corpo. Pianista fino al liceo, ora si diletta alla tastiera, ha scelto di fare l’Università e quindi di vivere a Bologna, dove ormai risiede da vent’anni, nonostante l’accento le sia rimasto profondamente marchigiano. Di lavoro fa la prof di lettere alle scuole superiori, in
un paese nel Modenese. Fra i suoi hobby, oltre alla musica, leggere e scrivacchiare.
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