È l’Ora dei Diaframma
Ora è il nuovo album in studio dei Diaframma di Federico Fiumani, uscito il 29 aprile 2022, a quattro anni dal fortunato L’abisso. Contemporaneamente all’uscita dell’album, Lacerba Edizioni ha ristampato la raccolta di poesie Nerogrigio di Federico Fiumani.
“In Ora Federico torna a raccontare le sue storie con la carica e la sincerità che lo rendono unico e hanno reso i suoi Diaframma la band più longeva della scena indipendente italiana.”
“La morte di mia madre, avvenuta pochi mesi fa, è stata la causa scatenante di questo prodotto discografico.” Il rapporto madre-figlio è in ogni parola che Federico ha scelto e scandisce, dando l’impressione di non aver bisogno di respirare, in un turbine di ricordi scritti su specchi appannati d’inverno. Un titolo in cui c’è l’istante della morte, ma anche la lunghezza consolante della preghiera. Un racconto di un rapporto fondante, un grido in cui sembra dire basta.
Un viaggio di morte e di vita, dalla morte di Coperte Tumorali, con la chitarra che si lagna e Fiumani che inizia scandendo il suo racconto, alla vita sfacciata di Nella testa di un attore porno, un pezzo tutto ritmica con un basso acido che si impone e costruzioni dada soffiate che prendono solo un attimo lo spazio alla voce, che dallo stomaco sale in gola. “Promettimi che i giorni belli non ritorneranno più… e che l’ultima festa è stata proprio l’ultima” è il verso che caratterizza I giorni belli, il secondo pezzo, che si scatena solo dopo, alla fine, nel rock‘n’roll; pezzo che, insieme a Mite sarò, Fiumani non era mai riuscito a finire.
E quindi, per concludere, un album che va ascoltato e letto sotto l’ombra del Dottor S. e la musica come terapia. Allora questa morte avrà dato conferma all’idea galimbertiana di freudiana memoria che le madri vanno uccise dopo che hanno generato? Rispondere non si può e non si deve probabilmente; è sufficiente abbandonarsi all’ascolto e, per citare il poeta bolognese Roversi, “non isolarsi ma ascoltare”.
Nata ad Amandola, un paesino sui Sibillini, il 20 aprile del 1979, fin da piccola ha sentito scorrere la musica dentro il suo corpo. Pianista fino al liceo, ora si diletta alla tastiera, ha scelto di fare l’Università e quindi di vivere a Bologna, dove ormai risiede da vent’anni, nonostante l’accento le sia rimasto profondamente marchigiano. Di lavoro fa la prof di lettere alle scuole superiori, in
un paese nel Modenese. Fra i suoi hobby, oltre alla musica, leggere e scrivacchiare.
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