L’utopia di un mondo migliore…
Giungono all’album numero dieci i die ANGEL di Ilpo Väisänen (ex-PanSonic) e Dirk Dresselhaus aka Schneider™, che in Utopien I vengono ancora una volta affiancati da Oren Ambarchi.
Le quattro nuove tracce, pubblicate il 22 aprile 2020 dalla tedesca Karlrecords, sono un chiaro manifesto sonoro del duo: un appello politico in un mondo in declino, che ha bisogno di nuove idee e approcci per progettare il futuro.
I die ANGEL scavano in profondità nei microcosmi dei toni, modellando strati di suoni astratti che integrano elementi di musica concreta, architetture minimali, industrial e dirompente noise che da sempre sono il marchio di fabbrica dell’opprimente sound firmato Väisänen/Dresselhaus.
La prima delle quattro tracce, Epikouros, è una lunga suite di droni noise generati con le chitarre ai quali si aggiungono piccoli microcosmi di effetti e rumori, un’estetica elettronica fredda e algida che il duo finlandese porta avanti fin dagli inizi della loro carriera, contaminandola con strutture techno minimali.
Con Cargo Cult ci spostiamo verso nuove frontiere: avant-impro ed elettroacustica raffinata aprono il duo a contaminazioni più ampie. La seconda traccia è pervasada uno stato cupo e depressivo in grado di descrivere paesaggi desolati e post industriali.
Atmosfere rarefatte e incessanti pulsazioni s’incontrano nell’affascinante viaggio sonico di Coup d’État: una traccia inquietante e magnetica in cui emergono echi distorti, riverberi e feedback analogici. Un incedere magmatico, come se dalla produzione stesse per nascere qualcosa di alienante, sei minuti di paranoie elettroniche che difficilmente si fanno dimenticare. La terza traccia funge quasi da intro alla conclusiva Khormanoupka, tra noise digitale e industrial, i territori esplorati diventano sempre più ardui, l’ascolto si fa difficoltoso e asfissiante, ma non per questo meno affascinante delle tracce precedenti.
Di sicuro Utopien I non è l’apice creativo della prolifica discografia dei Die Angel, ma una prova egregia della loro capacità narrativa data da un mix di generi tali da creare forti suggestioni.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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