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Systemic: l’ancestrale muro sonoro firmato Divide and Dissolve

Non è mai mancata una fortissima componente ideologica nella musica del duo Divide and Dissolve, formato da Takiaya Reed (chitarra, sassofono) e Sylvie Nehill (batteria).

Di origini cherokee e maori, le due musiciste hanno da sempre veicolato nella loro musica messaggi di grande importanza come la denuncia delle barbarie del colonialismo e di una società che non ha mai tutelato le minoranze e non sembra ancora intenzionata a farlo. A colpire, però, è il mezzo musicale con cui hanno deciso di esprimere la loro rabbia: un drone metal ibrido e violento, dotato di quella “pesantezza” sonora considerata l’unica via per far recepire il messaggio.

E così anche il loro quarto album, Systemic, in uscita il 30 giugno 2023 per Invada Records, non si sottrae né alla dimensione ideologica, considerando che i sistemi a cui si riferiscono sono proprio quelli che vogliono rovesciare per riprendere il legame con i loro antenati, né a quella musicale, con una proposta che sin dal primo ascolto appare ulteriormente stratificata, per quanto coerente sequel delle precedenti uscite.

Il singolo Blood Quantum si apre e chiude con sonorità bucoliche ma il fulcro centrale rimane una lenta e granitica violenza drone doom. Distorsioni pachidermiche permeano anche Derail, mentre con Simulacra le chitarre accelerano e anche la brutalità, in un frastuono a metà fra noise e metal estremo.

La lunga Indignation è un rituale che acquisisce forma con il minutaggio, in cui la ferocia viene controbilanciata da una costante aura di sacralità. Menzione necessaria per l’unico brano a presentare una parte vocale, Kingdom of Fear, che grazie allo spoken word di Minori Sanchiz-Fung si colora di una viscerale corporalità.

Con Systemic il progetto Divide and Dissolve continua a dar vita a musica d’alto impatto non solo a livello sonoro ma anche dal punto di vista concettuale, come se la loro proposta fosse attraversata da una forza primigenia ed ancestrale. E in effetti il legame con la storia personale che lega Reed e Nehill si percepisce tutto nei nove brani del disco: se per Gas Lit (2021) avevamo parlato di musica che proveniva dal cuore, adesso è come se arrivasse direttamente dalla terra su cui poggiavano i piedi i loro antenati.



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