Donna Haringwey va oltre i propri limiti
Toni Quiroga alias Donna Haringwey prende di mira l’ipocrisia, la superiorità morale e l’abuso di potere nell’era digitale con il suo album di debutto Thanks for telling me who I reallya m pubblicato il 10 settembre 2021 sull’etichetta personale Accept.
Un concentrato di punk, elettronica, industrial e noise con un tocco anni ’90 per il membro dei Raum-Zeit che punta a superarsi ad ogni uscita per creare sempre qualcosa di nuovo e soddisfacente.
L’album è una miscela di voci hardcore, atmosfere tese e ritmi sincopati come si evince già dal primo brano Forgiveness. Uno stile che si muove tra mondi diversi per ricreare su disco un’esperienza “live”.Le distorsioni sintetiche e gli schemi ritmici mutanti creano un sound fisico, dannatamente d’impatto.
L’approccio punk si fonde in maniera del tutto naturale con big beat e ritmiche ossessive (vedi Future) creando un impasto cyberpunk assolutamente devastante.
“I don’t need your hate I don’t need your games I don’t need your sadistic traits Don’t need your blames”canta Donna in Cybersadism. Un concentrato di nichilismo e digital hardcore che sicuramente farà contento l’ascoltatore abituato alla fusione tra rumore e scena rave.
Le urla di Haringwey sono accompagnate dai tom sincopati in Falling, un brano che riesce a richiamare alla mente gli Atari Teenage Riot. Nella seconda parte della produzione i ritmi rallentano per far spazio a un pattern industriale che fa rifiatare l’ascoltatore prima di trascinarlo in un’atmosfera plumbea e sinistra.
La title track suona dritta e senza fronzoli, una trama techno-industriale dove le bordate distorte restano all’ordine del giorno.
Donna Haringwey ci consegna un album capace di mettere insieme mondi diversi dopo averli fagocitati, triturati e riconsegnati con i connotati cambiati. Thanks for telling me who I really am è un lavoro avvincente con uno sguardo verso gli anni Novanta ma che allo stesso tempo suona fresco e attuale. Abbiamo bisogno di rumore e di attitudine punk e Donna Haringwey ci dà tutto quello che abbiamo bisogno in questi tempi bui.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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