Drew McDowall e il suo rito elettronico
Agalma è l’ultimo fatica del musicista scozzese Drew McDowall. Pubblicato il 30 ottobre da Dais Records, l’album deve il suo nome al greco antico, da agàllein che significa ornare e onorare.
Una cerimonia alla quale prendono parte l’italiana Caterina Barbieri, l’organista americana Kali Malone, il polistrumentista Robert Aiki Aubrey Lowe, la cantante d’opera Maralie Armstrong-Rial, la produttrice saudita MSYLMA e i beatmaker futuristi Bashar Suleiman ed Elvin Brandhi.
Il veterano McDowall, già all’opera nei Coil e con i Psychic TV, incide una musica carica di mistero, raffinata e profonda. Nove tracce in grado di trasportarci in un rito elettronico, mutevole con il modulare che cambia forma prendendo le sembianze di archi, pianoforte, organo a canne. La sua musica è capace di distorcere la realtà, una confusione pulsante che ne fa un lavoro fresco e immediato.
Ad aprire il rituale ci pensa Agalma I (Folding), sei minuti di suoni scintillanti, un respiro affannoso prende le sembianze di un glockenspiel, a sua volta si muta in un’arpa, una traccia dalla trama ricca di suggestioni. In Agalma II lo scozzese è affiancato da Caterina Barbieri: una complessa sequenza di suoni celestiali viene a contatto con la sensibilità umana dei due, un trip ipnagogico dal forte richiamo cosmico.
Si avverte un senso di sacralità nelle tracce del disco soprattutto in Agalma V. Nel brano troviamo l’eccellente Kali Malone trasformare l’organo in inquietanti droni, le note diventano ultraterrene, i suoni sintetici e quelli stridenti degli archi ci ricordano la natura umana del musicista.
Chiamati a raccolta MSYLMA, Bashar Suleiman ed Elvin Brandhi in Agalma VII gli strumenti acustici affiancano l’elettronica, per una traccia dal sapore orientale. Tra stridori e corte picchiate con violenza, McDowall dirige il tutto con maestria. Il cerchio si chiude con Abandoned Object che sembra ricollegarsi direttamente con la prima traccia.
Drew McDowall è un alchimista dei suoni, in grado di cambiarne le forme a proprio piacere; con Agalma continua ad alzare l’asticella, producendo un lavoro dalla forte componente emotiva, ma che possiede anche un certo rigore nell’esplorazione sonora.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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