Druid & Jok: il mondo isolato durante il lockdown
Il duo londinese formato dai produttori Druid e Jok presenta Terminals, un album incredibilmente tetro e ricco di melodie cinematografiche, trame stratificate e soffocanti droni ambient.
L’album è uscito il 3 marzo 2023 per Decaying Spheres, un’edizione limitata di 50 cassette impreziosita dall’artwork ad opera di Callum Mackenzie Allen.
Create durante il lockdown, le sette tracce di Terminals guidano l’ascoltatore alla scoperta di un mondo isolato attraverso l’esplorazione di paesaggi distopici impreziositi da elementi post-club, dream punk e ambient.
Il titolo dell’album ha un duplice significa: chiusa in casa e isolata, la popolazione durante il lockdown è diventata il terminale della rete internet, allo stesso modo vuole indicare i terminali degli aeroporti, simbolo della frustrazione di non poter viaggiare e fuggire via. Così come il titolo, anche l’album vive di una dicotomia alternando momenti malinconici e riflessivi ad altri luminosi che invogliano l’ascoltatore a muoversi.
Caratterizzata da suoni lontani, echi e onde sonore a dente di sega, la traccia d’apertura London Frequencies affonda le radici in un terreno onirico. La musica del duo diventa così l’espressione dell’inconscio ribollente che vorrebbe l’uomo finalmente libero dalle prigioni delle quattro mura. Le tracce si presentano così come ambientazioni desolate pronte al collasso come Empty Room, uno scorrere lento tra percussioni ipnotiche e il fragore di sintetizzatori distorti. Il risultato è un placido momento introspettivo costruito grazie al ripetersi dei singoli elementi. Sector Stirs è permeata da un suono allo stesso tempo ipnagogico e inquietante basato sulla ripetizione degli arpeggiatori che conferiscono alla traccia un sentore di malinconia.
Con Terminals Druid & Jok catturano perfettamente l’atmosfera cupa delle strade londinesi in pieno isolamento. L’album si presenta come una seduta terapeutica immersiva grazie alle molteplici trame che intrecciandosi generano una polifonia sintetizzata. Il risultato è ammaliante e curativo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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