Elephantides: musica adatta a tutti
In una delle mie tante ricerche notturne, con la speranza di trovare nuovi gruppi interessanti da ascoltare, mi sono imbattuto negli Elephantides. Seguivo già da tempo Daniele Sciolla sia come solista sia col suo gruppo, gli Anudo. Arrivo così al duo formato da quest’ultimo ai synth e Sergio Tentella alla batteria. Dai primi ascolti mi colpì il loro mix di electro, techno e improvvisazione jazzistica in grado di coinvolgere tutti e perché no far anche ballare. Così ho aspettato con curiosità l’uscita del loro primo album.
Floating Tempo si è fatto attendere per mesi con ansia e trepidazione, ma devo ammettere che l’album, pubblicato il 20 novembre 2020 da Betulla Records, non ha deluso le mie aspettative.
Le nove tracce (sette brani più due remix firmati da Indian Wells e Bienoise) riescono subito a colpirmi e a sorprendermi: la ricerca di una destrutturazione ritmica e metrica attraverso un flusso sonoro costante incontra l’approccio compositivo matematico attraverso la tecnica dell’improvvisazione jazzistica. Detta così suona difficile, eppure anche se non mastichi nulla di musica atonale, sintesi elettronica, o non sei uno smanettone delle manopole, questo disco ti sa far muovere e perché no, approfondire la relazione che c’è tra la musica e la matematica .
E allora andiamo per ordine: già dalla prima traccia, The, gli strumenti classici del rock (chitarra, basso e batteria) incontrano l’elettronica. Questo sodalizio fatto di loop, onde sinusoidali e distorsioni è un’esplosione di energia electro. Giuro a te che stai leggendo che se riesci a non muoverti ti offro una birra! Sono già alla prima traccia e sono già spettinato. Con World la cassa dritta della techno incontra i controtempi del jazz, eppure la seconda traccia “pompa nelle casse” da far paura con gli arpeggiatori che contribuiscono a rendere seducente il brano.
L’apice della sperimentazione arriva con As Wee: un vortice di sintetizzatori e batteria. Lo sfasamento ritmico tra basso acustico e batteria confonde la metrica portante lasciando spazio all’interpretazione, arrivando a cullarmi dolcemente sul finale. E quando pensi che il duo si sia già spinto abbastanza oltre che arriva It. Una traccia estrema, elettrica, atonale e noise quanto basta. Se inizialmente il synth si ripete ossessivamente, sul finale batteria e sintetizzatori diventano martellanti. (Chiedo scusa alla vicina per il volume, ma dai rumori, penso stia saltando anche lei sul divano).
Lo avranno capito anche gli Elephantides che con It si sveglia tutto il vicinato? Così per calmare le acque nella tracklist hanno aggiunto subito dopo FMA. Un po’ per evitare un infarto, un po’ perché avevo bisogno di un momento più leggero, la traccia successiva è ricca di cambi metrici e poliritmie. Un decrescendo graduale di ritmo era proprio quello che ci voleva.
Morale della favola in poco più di mezz’ora sono bello che cotto! Interessante su tutti i fronti, sia tecnico sia emozionale. Floating Tempo è un melting pot di generi, un lavoro da studiare minuziosamente per i geek dell’elettronica ma che allo stesso fa ballare e divertire, quindi adatto anche ad un ascolto più leggero.
Gli Elephantides suonano musica adatta a tutti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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