Eleuteria: la voce del violoncello
Un legame indissolubile
Eleuteria in greco antico significa libertà e significativo deve essere il motivo per cui la nostra artista è stata chiamata in questo modo così inusuale e poetico. Libertà nella musica, libertà nell’ispirazione, libertà nell’armonia tra le due facce della stessa medaglia: voce e violoncello.
Eleuteria, l’artista, ha scelto questa come sua forma d’espressione, legata indissolubilmente al suo strumento, al prolungamento del sua torace, che abbraccia senza sosta, e da cui trae la sua vocalità.
Eleuteria ha pubblicato un Ep, in uscita il 21 gennaio 2020 in formato digitale per Lady Blunt Records, dal titolo In My Chest in cui ha raccolto quattro brani pregni di musica classica, opportune rivisitazioni e imperituri omaggi.
Gnossiene No. 1 dell’immenso compositore francese Erik Satie apre l’Ep, in una forma nuova in cui, appunto, la trascinante voce di Eleuteria riproduce la melodia del brano, mentre il suo violoncello ne sostiene la struttura. Diventa catartico l’effetto che produce nell’ascoltatore, e anche nel più intimo ed intransigente amatore di Satie. Stesso procedimento, sommesso e ansioso, si sviluppa nella traccia seguente, Theme From Symphony No. 7 che va a scomodare addirittura Beethoven, in una delle sinfonia più conosciute al mondo.
In My Chest è il brano, omonimo dell’Ep, inedito, l’unico pezzo originale che descrive, sempre tra la voce e lo strumento, quel legame profondo alla musica, parte della sua fisicità, tanto da invadere il torace e da racchiudere un’infinità di emozioni. Viva è l’interpretazione dell’autrice che, in un pezzo interamente suo, di sicuro, esprime al massimo la sua vera essenza. Chiude il prete rosso, meglio conosciuto come Antonio Vivaldi, con Cello Sonata in E Minore: delicatissimo, struggente, appassionato, come composizione classica per eccellenza richiede.
In My Chest è indubbiamente un ottimo lavoro, chiaramente motivato dalla formazione classica di Eleuteria, ma perfettamente unito allo spirito coraggioso della stessa che riesce, senza urtare illustri memorie, ad offrire un nuovo approdo alla musica classica.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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