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Sotto l’albero tutto si copre

di petali di ciliegio,

pura la zuppa e il pesce sottoaceto.

(Matsuo Basho)

 

Il nuovo album dell’artista lombardo Elia Piana deve il titolo a una poesia del maestro degli haiku Matsuo Basho. Pubblicato per l’etichetta greca Dasa Tapes, Sotto l’albero tutto si copre nasce dall’audace fusione di strumenti etnici della collezione privata del geologo bresciano Carlo Fasser, poi manipolati con un piccolo sistema modulare (Monome Norns, Ciat Lonbarde Cocoquantus 2 e Plumbutter 2) per creare stratificazioni, texture, melodie e rumori.

Il risultato è una collezione di brevi brani pensati come istantanee finalizzate a coinvolgere l’ascoltatore in uno straordinario viaggio sonoro che trascende i confini della musica convenzionale.

I brani vivono di contrasti come nel caso dell’opener Amama nella quale i toni claustrofobici combinati con leggere melodie innescano un granulare ronzio. Un inizio dinamico che si lega a un procedere silenzioso e quasi impercettibile dato dall’approccio esplorativo di Piana. 3 si presenta come una distesa nervosa di frammenti ritmici accompagnati da una tiepida materia sonora ambientale che avvolge l’ascoltatore grazie a dolci tocchi felpati.

5 è un flusso sonoro morbido e contemplativo che si disgrega in micro particelle sonore e glitch che si aggregano prendendo nuove forme. In ilili Piana sfrutta le percussioni etniche come fonti sonore introducendole all’interno di uno scenario di echi ambientali e fruscii per ottenere un brano immersivo dalle essenziali geometrie sonore. Piana plasma e muta queste figure in 10 ottenendo un carillon di musica elettroacustica costruendo un’architettura elettronica che si concentra sulla componente ritmica.

Non mancano momenti carichi di tensione come onono, complessa e stratificata, nella quale il dialogo fra gli strumenti acustici viene valorizzato attraverso lo zampino della tecnologia.

Sotto l​’​Albero Tutto Si Copre è uno spazio in continuo fermento, nel quale Elia Piana costruisce con perizia un sound poetico partendo da strumenti arcaici utilizzati come input sonori che rendono riconoscibile la sua marca.



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