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The Ghost Album: un mosaico sonoro di avanguardia e laptop music con Elio Martusciello

A due anni dalla pubblicazione di Incise, Elio Martusciello propone un nuovo lavoro discografico intitolato The Ghost Album, in uscita il 6 febbraio per em_music. Un progetto sonoro interamente prodotto dal sopracitato compositore partenopeo (nonché docente di musica elettronica al Conservatorio San Pietro a Majella), che vede la partecipazione di Alexandra Staraşciuc e Ludovica Manzo nelle impalcature vocali.

The Ghost Album è un disco di musica elettroacustica dalle derive sperimentali e acusmatiche, che strizza l’occhio alla forma canzone.

Pura elettronica esplorativa che si avvale della tecnica della musique concrète, prediligendo approcci manipolativi del suono condotti in antitesi con le metodologie della musica astratta. Ne consegue un collage di materiali acustici su griglia di sound design e tecnologie digitali, dove ogni campione viene concepito come oggetto sonoro “trovato”. Potrebbe definirsi un disco avant-pop, ma svariati sono i dettagli compositivi che si aggiungono, dai pattern estatici ambient alla rumoristica di rimando industrial, dalle chiusure strumentali più minimali alle reminiscenze di struttura trip-hop.

Confortevole è la sensazione rarefatta e nebulosa che pervade il lavoro, tra struggenti ossature melodiche e texture sintetiche che si fondono con gli strumenti acustici in una chimerica perfezione. Impulsi e sfumature glitch ammorbidiscono i mosaici strumentali di no means yes, spaziando dai cordofoni neoclassici agli estatici droni; la matrice sensoriale culmina nel gioco additivo di field recordings e tensioni vocali (es. Tell Me Your Secrets), fin quando dalla materica campionata prendono vita le batterie analogiche di is this a game I’ll lose. Il suono, nella sua danza catartica, si ripresenta nelle tracce successive (come in symbol o in O-J) ma dal sottosuolo acustico non faticano a riemergere le radici sonore mediterranee (un esempio in INIMA).

The Ghost Album si conferma un disco di una malinconica raffinatezza, con uno sguardo all’avanguardia mai invasivo, che appare e poi scompare in uno spettrale ecosistema di incantevoli suite polistrumentali. La prova tangibile che la macchina sia in grado di raccontare storie in bilico tra memoria sensoriale e perfezione emotiva.




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