Minari, una storia tenera e travolgente
Tra gli otto candidati al premio oscar, Minari, il film di Lee Isaac Chung è la storia di David e la sua famiglia. Negli anni ottanta la famiglia Yi si trasferisce dalla California all’Arkansas per inseguire il sogno lavorativo del padre Jacob, quello di coltivare prodotti tipici coreani. Monica, la madre, non è contenta di questa scelta. A causa dei litigi continui e dei pochi soldi, la coppia decide di far venire dalla Corea del Sud la madre di Monica, Soon-ja, per occuparsi dei loro figli. David non ha mai conosciuto sua nonna che non rispetta di certo le sue aspettative riguardo a come dovrebbe essere una nonna: la donna, infatti, non cucina i biscotti e dice le parolacce, ma cercherà di adattarsi tanto alla sua nuova vita americana, quanto nel cercare di creare un legame con i suoi nipoti.
La colonna sonora del film è stata affidata al compositore statunitense Emile Mosseri: 16 tracce evocative adatte per esaltare la narrazione intima del film. L’album, pubblicato su cd e digitale il 12 febbraio via Milan Records e il 2 aprile in vinile via Sacred Bones, registrato con un’orchestra di 40 archi, è una storia tenera e travolgente.
Gli archi come in Jacob and the Stone rendono soavi e luminose le tracce ma allo stesso tempo possono fungere da spalla alle armonie del piano come in Big Country che ci fa respirare la memoria dell’infanzia. Intima e viscerale, Rain Song interpretata delicatamente dal’attrice Han Ye-ri, è una composizione minimale che eleva con il suono degli archi la vulnerabilità della voce.
Profondamente poetiche, le tracce dell’album vertono sul dialogo tra archi e pianoforte, creando melodie emotivamente forti e viscerali (Jacob’s Prayer). Non mancano momenti più leggeri e spensierati come Wind Song con la voce di Han Ye-ri che si destreggia tra la strumentale abbellita da archi e fiati. Nella nona traccia vengono fuori tutte le influenze orientali del disco.
Minari è un album che si presta ad essere ascoltato nelle giornate soleggiate, quando si ha voglia di rilassarsi con musica leggera, anzi leggerissima.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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