Emptyset: restiamo con le ceneri della nostra sostanza
A quattro anni dall’uscita di Blossoms, James Ginzburg e Paul Purgas sono tornati con un nuovo full-length rilasciato il 20 ottobre da Subtext Recordings come cinquantesima pubblicazione per l’etichetta londinese.
Ash affonda le radici nella cultura dei sound system con il duo di Bristol impegnato nello sviluppo del concetto di meta-studio, ossia della relazione che la musica ha con l’ambiente.
Impiegando tecniche di registrazione spazializzate e una serie di hardware analogici, gli Emptyset realizzano un lavoro dal sound fisico e suggestivo. Questa nuova collezione di esperimenti sonori è stata sviluppata dal duo negli ultimi tre anni e assemblata a Bristol durante l’estate 2023: sei sculture sonore plasmate da una ritmica cupa e palpitante e da linee di sintetizzatori tremolanti che vengono sparate dritto in petto all’ascoltatore come una scarica di elettricità.
Ash si apre con le esplosioni ripetitive e a bassa frequenza di Flint. La prima traccia di matrice avant-techno è caratterizzata da un suono pesante e ronzante che si trasforma, alimentato da onde sinusoidali. Con Ember i due si avvicinano ad un sound primordiale con alla base l’uso di percussioni dai toni aspri e industriali. Una scazzottata ritmica che tende a soffocare l’ascoltatore lasciandolo tramortito piacevolmente dall’aspetto più duro della musica degli Emptyset.
A seguire in Cinder rimangono costanti i sussulti metallici generati tramite feedback stratificati. Nella prima parte il brano rimane costante a livello timbrico mentre con l’ingresso delle percussioni il duo ripropone uno schema simile alle tracce precedenti.
Droni inquietanti e minacciosi vengono liberati nella title track alimentati da effetti analogici. La parte ritmica di stampo drum and bass viene portata all’estremo fino a distruggerla, il duo ottiene così frammenti esplosivi e polverosi riuscendo a dare nuove interpretazioni alla d’n’b e all’industrial.
Ash è un riflesso e una reazione al mondo in cui viviamo, un suono pesante e confusionario messo in relazione con l’ambiente circostante. Il risultato finale è un ascolto impegnativo dato da paesaggi sonori crudi e dissonanti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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