L’empatia di Endless Melancholy
Nuovo album per Oleksiy Sakevych aka Endless Melancholy, A Perception Of Everything, pubblicato il 16 marzo dall’etichetta Sound In Silence. Il settimo disco del musicista di Kiev è «ispirato al viaggio e alla visita di luoghi nuovi» e si percepisce subito appena si schiaccia il tasto play. La sensazione è quella di vagare con la mente alla ricerca della propria pace anteriore.
L’album suona sofisticato e sublime, realizzato usando un registratore a microcassetteper catturare le registrazioni sul campo, tape loop e synth pad: il risultato è un meraviglioso viaggio tra paesaggi sonori ambient.
In apertura siamo accolti dalle sfumature celestiali e ovattate di Damaged, un bagliore di malinconia si fa avanti tra i synth destrutturati e un tappeto sonoro clamorosamente etereo che trova il suo apice armonico con la successiva Letting The Old Dreams Die. Su uno sfondo soporifero si stagliano due note di piano in loop che ci avvolgono in un gradevole tepore. Il confortevole candore di Caught In A Memory si distingue per i fieldrecording registrati durante i viaggi di Oleksiy che s’incastrano in una struttura dall’algida essenzialità e dalla forte attitudine figurativa. I due minuti di cascate sonore dei synth di The Edge introducono le fluttuazioni oniriche di Arrivals And Departures. La strumentale numero otto rinnova il tepore ambientale di un album che dipinge delicate atmosfere e armonie spirituali.
L’album si chiude con i suoni cristallini di As The World Quietly Ends, una traccia dal mood contemplativo, quasi nostalgica, chissà se per la fine del disco o per la fine dell’album, non è detto che le due cose non possano combaciare.
Endless Melancholy è un musicista capace di destreggiarsi tra paesaggi sonori con una semplicità disarmante, A Perception Of Everything è un album dalla struggente bellezza che riesce a raccontare attraverso nove strumentali una vasta gamma di emozioni, dalla solitudine alla malinconia, passando per la nostalgia.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti