Sabi, riscoprire la bellezza di una creazione intuitiva e spontanea
A quasi quattro anni dal primo album collaborativo, Eraldo Bernocchi & Hoshiko Yamane rilasciano per Denovali il seguito di Mujo.
Ispirato al concetto giapponese di Sabi, il disco è una miscela unica di musica elettronica e acustica: le trame pulsanti del compositore italiano matchano con le ammalianti melodie di violino della musicista giapponese per creare nove paesaggi sonori accattivanti ed emotivi.
Nell’ estetica giapponese, Sabi (tradotto con “apprezzare il vecchio e lo sbiadito”) fa riferimento alla bellezza o alla serenità che deriva dall’età avanzata. È spesso associata alla semplicità, all’austerità e alla solitudine della natura e si dice che evochi un senso di malinconia, nostalgia e riverenza per il passare del tempo.
Le tracce si presentano come flussi sintetici in continua evoluzione che immergono l’ascoltatore in un’esperienza profondamente cinematografica.
L’album convince fin da subito grazie a una attenta gestione dei suoni: echi ambientali e granulose modulazioni elettroniche vengono squarciate dalla bellezza melodica del violino, un raggio di sole che affiora tra la suggestiva oscurità di Hidden Secret.
A seguire Imperfection è un episodio lento, a tratti malinconico, che evoca un senso di solitudine e semplicità. Le progressioni degli oscillatori combinate con le note dilatate del violino intessute di riverbero danno alla traccia dinamicità, creando un suono avvolgente i cui flussi armonici rasentano la commozione autentica.
Non mancano momenti cupi nei quali l’atmosfera diventa rarefatta, è il caso di Ripples con le sue linee gelide di synth e nervose frequenze sintetiche. Uno scenario algido in bilico tra correnti elettroniche ed eteree fascinazioni melodiche.
In Yugen Bernocchi ricama una trama minimale basata su droni leggeri in modo da lasciare emergere il linguaggio poetico del violino, un brano tra ambient e musica neoclassica che celebra la bellezza della transitorietà.
Sabi è in definitiva un’opera d’arte unica e potente che esplora la bellezza dell’impermanenza e del passare del tempo, capace di mantenere viva l’attenzione grazie a un’ampia gamma di sfumature elettroniche e acustiche.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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