La compilation BolognaSound Vol.1, in uscita il 18 dicembre 2020, è la prima pubblicazione di Slowth Records, nuova etichetta di musica sperimentale.
BolognaSound Vol. 1 è la prima pubblicazione di Slowth Records, disponibile dal 18 dicembre 2020 su tutte le piattaforme digitali, ed è una compilation di cinque brani inediti che getta per l’appunto luce sulla nuova scena elettronica sperimentale della città di Bologna. I musicisti coinvolti per questa prima occasione sono il duo elettronico Njordzitrone, il compositore, musicista e performer Federico Pipia (Yamane, BlackCap, Minus – Collettivo di Improvvisazione), il compositore, improvvisatore e DJ Daniele Carcassi (Abo, Elettronica Collettiva Bologna), il musicista, compositore e artista visivo Marco Menditto e il musicista, compositore e improvvisatore Simone Faraci (TREE – Tempo Reale Electroacoustic Ensemble, Minus – Collettivo di Improvvisazione).
Striature, il secondo estratto da BolognaSound Vol.1, è una composizione acusmatica di Daniele Carcassi, del 2020. Fasce sintetiche, materiali residuali e strumentali emergono, comunicano e si scontrano in un turbine di suoni derivanti dalle più disparate fonti. L’evoluzione lenta e graduale dei materiali sonori e della struttura accompagna l’ascoltatore attraverso un viaggio minuziosamente illustrato e dettagliato, fino a confondere la percezione del luogo e del momento in cui ci troviamo.
Daniele Carcassi
Daniele Carcassi è un compositore, improvvisatore e DJ con base a Firenze/Bologna. I suoi lavori, influenzati dall’approccio elettroacustico, si basano principalmente sul dialogo e il contrasto tra tessiture elettroniche, soundscape, materiali primari e musiche pre-esistenti. La sua ricerca sonora concentra particolare attenzione alla diffusione e ai movimenti dei suoni nello spazio, prediligendo impianti multicanali da controllare in tempo reale durante le proprie performance. I suoi djset invece, proposti con lo pseudonimo Abo rigorosamente in vinile, sono influenzati dalle sonorità acid e house contaminate da musiche etniche e percussive. Laureato in Musica Elettronica al Conservatorio di Bologna con una tesi sull’Acousmonium e sull’interpretazione acusmatica, frequenta adesso nello stesso conservatorio il master in Sound Design. È fondatore dei seguenti progetti: Sinestesie, con il quale organizza eventi clandestini di musica sperimentale; Elettronica Collettiva Bologna, primo collettivo di studenti di musica elettronica nato in seno al conservatorio; SDG – Senza Distinzine di Genere, laboratorio di improvvisazione musicale, in collaborazione con La zecca e Labàs. Le sue musiche sono state pubblicate nei seguenti dischi: Geyser del 2018, 2:2 con Demetrio Cecchitelli nel 2019 per Biodiversità Records, Sintagmi con Giovanni Onorato e Minus – Collettivo d’Improvvisazione nel 2019 per Switch Music Recordings, We Hear A New World Vol.1 nel 2020 per Fango Radio. Negli ultimi anni ha partecipato a importanti manifestazioni musicali come Audio Art Festival (Krakow), Meeting Internazionale di Informatica Musicale e Multimediale – La biennale di Venezia (VE), Akousma avec l’INA GRM (Paris),Bologna Modern (BO), Tempo Reale Festival (FI), Cinema Ritrovato (BO), Hortus Festival (FI), Festival 2 visages des musiques électroacoustiques at Le Sanghor (Brussels), ACOUSMONIUM at Macao (MI), Angelica – Festival Internazionale di Musica (BO), Poverarte – Festival di Tutte le Arti (BO), Martini Elettrico (BO) e altre ancora.
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Slowth Records
è un’etichetta discografica indipendente fondata nel 2020 a Bologna dai musicisti e compositori Mattia Loris Siboni, Matteo Pastorello e Niccolò Salvi. La loro attività artistica si sviluppa in diversi ambiti, tra cui quello dell’improvvisazione portato avanti anche come membri di Minus – Collettivo d’Improvvisazione, sempre di base a Bologna e di recente al primo vero e proprio album con ROUND.
Slowth Records si occupa di diffondere e promuovere musica sperimentale e nasce della necessità di fornire risonanza alle nuove espressioni musicali tramite molteplici canali di veicolazione. L’etichetta è pronta ad accogliere qualsiasi musicista che si dedichi alla ricerca musicale personale o di gruppo, attraverso l’improvvisazione, la composizione acusmatica, l’elettroacustica, la videoarte, la composizione tradizionale, vocale, strumentale e qualsiasi altro genere di difficile catalogazione. Tutto ciò con una distribuzione su canali digitali e una comunicazione ibrida, fatta di strumenti tradizionali e social media. Il bradipo, scelto come figura-chiave per il logo, non incarna lo spirito dei nostri tempi frenetici ma vi si oppone con fermezza invitando a un ascolto attento, per questo il nome dell’etichetta è un semplice gioco di parole tra “sloth” (bradipo) e “slow” (lento).
Cos’è di preciso questo BolognaSound?
La definizione è stata coniata da Francesco Giomi, compositore e regista del suono, collaboratore tra gli altri di Luciano Berio, direttore dello storico centro di ricerca, produzione e didattica musicale Tempo Reale a Firenze e professore di Composizione Musicale Elettroacustica al Conservatorio di Musica di Bologna. Ecco la presentazione da lui stesso scritta.
«Bologna è oggi una città dalla grande vitalità musicale, soprattutto nel campo della ricerca sonora, della sperimentazione elettronica, e di tutte quelle espressioni che escono dai canoni convenzionali.
Il BolognaSound si è quindi sviluppato e diffuso attraverso questo fertile terreno della cultura cittadina, ma è stato sicuramente generato a partire dall’ambito accademico, inteso qui nella sua migliore accezione: un ruolo fondamentale negli ultimi quindici anni l’ha giocato infatti la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio “G. B. Martini”, in grado di costruire un’idea di musica fatta di profondità, pratica, apertura e rete di relazioni.
BolognaSound non è però una corrente o un collettivo artistico, bensì un modo comune di intendere il pensiero musicale, pur nella singolare diversità di espressioni, qualità e approcci. Ammesso che sia possibile vincolarlo a una sorta di manifesto, esso è riassumibile in cinque punti:
- attinge dalla migliore tradizione acusmatica anglo-francese (quella di Parmegiani, di Smalley, di Wishart, per intenderci) recependone la possibilità di controllo e costruzione morfologica del suono, così come le capacità evocative e di indagine sullo spazio;
- incorpora germi più o meno estesi dalle espressioni techno e noise, riconoscendone il valore tanto in ambito culturale quanto in quello puramente sonologico;
- riattualizza costantemente i propri tratti di energia, potenza e freschezza tanto nell’ambito del suono fissato su supporto che della musica dal vivo;
- sintetizza dinamicamente il rapporto tra struttura formale e improvvisazione grazie a una consapevolezza storico-analitica e a una gestione del fare musica sempre priva di atteggiamenti superficiali;
- guarda a un respiro internazionale confrontandosi con esperienze di punta della ricerca extra-italiana.
Per tutte queste caratteristiche si affianca ai molti fermenti di novità della musica elettronica che emergono da più parti in Europa, in Canada, in Asia e che, in questo momento di stagnazione del progresso linguistico e di affermazione statica di un mainstream, rappresentano un elemento di grande interesse e speranza per chi si occupa di ricerca musicale.
Questo disco è un emblema significativo del BolognaSound, raccogliendo una pluralità di interessanti creativi, dai compositori più maturi (come Faraci e Carcassi) fino a giovani musicisti la cui energia musicale sembra essere appena all’inizio (Pipia e Menditto), passando per la comunione di generi ed espressioni che solo Njordzitrone sembra incarnare in maniera perfetta».
Tracklist
01 – Njordzitrone – BIID Elisea
02 – Federico Pipia – Crac
03 – Daniele Carcassi – Striature
04 – Marco Menditto – Core
05 – Simone Faraci – Un giardino improvviso
Credits
BIID Elisea: mixing e mastering Njordzitrone
Crac: mixing Federico Pipia, mastering Slowth Records (Riduzione stereofonica)
Striature: mixing Daniele Carcassi, mastering Slowth Records
Core: mixing Marco Menditto, mastering Slowth Records
Un giardino improvviso: mixing Simone Faraci, mastering Slowth Records, alla voce Valeria Girelli, testo di Simone Faraci (Commissione Tempo Reale nell’ambito del Progetto Europeo “Il paesaggio sonoro nel quale viviamo”)
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