Eydís Evensen: la luce dopo il buio
A un anno dall’emozionante debutto con Bylur, la pianista islandese Eydís Evensen torna a deliziarci con le sue meravigliose melodie e il romantico classicismo della sua musica espressa in quattro nuovissime composizioni per pianoforte ispirate ai rigidi e drammatici inverni della sua terra natale.
Frost, rilasciato l’8 aprile 2022 per la XXIM Records, è pervaso da emozioni profonde e sincere, suoni fluidi e morbidi accompagnano l’ascoltatore attraverso l’oscurità (i momenti bui degli ultimi due anni) fino al sorgere del sole (la luce alla fine del tunnel) simbolo dell’avvicinarsi della primavera gli islandesi.
Si passa agevolmente dai suoni fragili della traccia di apertura, Numb, con le sue linee essenziali, ricca di frammenti emozionali agli arrangiamenti maggiormente stratificati di Svartnætti. La seconda traccia si distingue grazie ai toni cupi e drammatici esaltati dalla trama ottenuta intrecciando synth e archi. Se nella prima viene fuori la sublime poetica dell’islandese, nella seconda il connubio acustico/elettronico ne eleva le qualità cinematiche.
Dalle melodie algide delle prime due composizioni si passa alla luminosa Dawn Is Near: speranza e ottimismo vengono celebrate attraverso un tappeto sonoro ottenuto dal dialogo tra le intense partiture degli archi e le veloci progressioni del pianoforte. Un brano dall’intrinseca bellezza in grado di catturare l’attimo in cui la luce si sostituisce al buio.
L’Ep si chiude con The Light I, una struttura minimalista si sviluppa a partire da una melodia rassicurante per un gioco tra suoni e silenzi, nonostante un linguaggio ormai standardizzato, il brano risulta di una bellezza disarmante.
Bylur inizia a delineare una tavolozza sonora sempre più riconoscibile per una compositrice sensibile come Eydís Evensen, un Ep delicato dall’estetica neoclassica per un’artista che ha tanto da esprimere attraverso i suoni del pianoforte. Non possiamo fare altro che ammirarne il gusto per una composizione emozionale e romantica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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