Fabio Barovero ha creato un album sacro, elettronico e classico, un lavoro suggestivo, unico nel suo genere.
Mi ritiro per esistere
Esplorare il silenzio è un lavoro difficile, navigare attraverso i suoni che ancora non esistono, ma che stanno per prendere vita è una coraggiosa prova di virtù. Fabio Barovero, esemplare raro di virtù musicale, ha racchiuso nel suo terzo album una ricerca nel silenzio, non solo tra le note, ma soprattutto nell’animo umano.
Il 25 gennaio 2019 è uscito Eremitaggi, per l’etichetta Felmay e distribuito da Egea, un disco senza parole che già da titolo preannuncia un solitario approdo alle coste profonde di ogni pezzo.
Il musicista e compositore torinese, storico membro fondatore del gruppo folk rock Mau Mau, ha impiegato tutte le influenze del suo lavoro, bagnato dalle scritture cinematografiche, e ,grazie alla collaborazione di due archi d’eccezione come Federico Marchesano al contrabbasso e Simone Rossetti Bazzarro ai violini, ha creato un lavoro unico nel suo genere. Musica classica-elettronica-cinematica è la descrizione che egli stesso ne fa, proprio per racchiudere al meglio tutte le linfe musicali del disco.
Dieci brani che Barovero ha cercato nella vita ritirata, lontana dagli affanni delle iperconnessioni, vicina agli spiriti sinceri della vita senza schermi falsi e corruttori di uomini, per cui l’impersonificazione nell’eremita. In questo album, si muovono delle azioni creative, spiega l’autore, che ci allontanano da tutto per farci avvicinare a tutto.
Quanto profondo può diventare questo ascolto sarà, poi, personalissimo, molto emozionante, e credo che è proprio in questa analisi che si espande la sacralità a cui si tende in Eremitaggi, Sacra e toccante, delicatissima ed estremamente forte, così descrivo la mia esperienza con il lavoro di Barovero, che, dalle rive della Dora, concede queste sue elettroniche profezie ad un ascoltatore attento che non si concede distrazioni irrilevanti. Un disco per chi va al centro dei significati., disposto a perdersi completamente, pur di trovare e ritrovare sé stesso.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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