L’equazione perfetta di Fabrizio Rat
Dimenticatevi il Fabrizio Rat di The Pianist, con il suo terzo lavoro discografico, Shades Of Blue, il musicista torinese abbandona l’ibridazione della techno con i suoni acustici e le armonie del suo pianoforte preparato con i loop acidi del TB-303 e i battiti del TR-909 per esplorare atmosfere ipnotiche e morbide realizzate con i sintetizzatori modulari, tra elettronica, acid, noise e ambient.
L’album, pubblicato il 14 febbraio da Airfono / La Macchina Records, è un dialogo tra sintetizzatori classici (SH 101, Prophet 8 o TR 909) e moduli elettronici, lasciando in secondo piano il tanto amato pianoforte.
Dodici tracce, il compito di aprire l’album è affidato a Indigo: arpeggiators, note acidi e cicli di ripetizioni sono alla base della costruzione di questa traccia che mette subito in chiaro la direzione intrapresa da Rat, indagare le variazioni di timbri per realizzare un lavoro dalle trame colorate.
In Cobalt l’elettronica si fa frizzante e più ballabile con il nostro che utilizza la tecnica del “piano preparato”, ossia inserisce tra le corde oggetti diversi per dargli un tono percussivo. Con Sapphire Rat si destreggia tra sinuose melodie e delicate sfumature elettroniche che s’incastrano a meraviglia con il piano, prendendo una piega neoclassica.
Diametralmente opposta alla precedente, Dark, come il titolo suggerisce, è cupa, meno intima, ma più tagliente e ipnotica con i synth che vanno a formare uno strato compatto di suono. I toni ciclici dell’album sono ben espressi in Ice con i suoi synth risonanti e le brevi note di piano che insieme colorano la traccia di svariate sfumature di blu, portandoci in un mondo marino, subacqueo.
Neon e i suoi battiti elettronici è l’anello di congiunzione tra l’ibridazione techno col piano e il nuovo Rat: il risultato è una elegante produzione che guarda Berlino tanto quanto il Nord Europa.
Shades Of Blue segna un nuovo capitolo artistico per Rat, un nuovo approccio verso la musica e i suoi cicli che fa di Fabrizio un artista in continua evoluzione.
Leggi l’intervista a Fabrizio Rati QUI
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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