Fallen con la sua musica è capace di pennellare immagini di straordinaria vividezza
Fallen, progetto di Lorenzo Bracaloni già noto come The Child Of A Creek, è una vecchia conoscenza di questa pagina che abbiamo imparato ad apprezzare con i suoi tre album precedenti, The Floating World, Sonnambuli e Moonlight Romance, con i quali il nostro ha sperimentato costantemente pur restando sempre fedele a un sound di matrice ambient.
Midnight Poems for Lost Seasons and Cripple Hearts uscito il 15 marzo per l’islandese Móatún 7, conserva la coerenza e il suono paradisiaco del suo precedessero The Floating World. Con la sua meravigliosa calma, l’album si propone come meraviglioso compagno di viaggio in questi tempi surreali.
Iniziamo dolcemente con l’armonia morbida e luminosa di Midnight in your Mouth. Un brano dall’atmosfera distesa creata dalle melodie sognanti dei pattern di synth che si ripetono in lente ondate. Si passa poi all’ariosa Times are Changing: uno scintillante arpeggiatore di fondo che abbinato all’imponente drone va a formare una texture bella densa sulla quale s’intrecciano le corde pizzicate di una chitarra e le dilatate note di un piano. Quello che Fallen ottiene è un brano fortemente narrativo, che appare come un inarrestabile flusso senza possibilità di regressione, un muro sonoro invalicabile capace di una forza espressiva disarmante.
Nella parte centrale la musica raggiunge la sua massima intensità emotiva con Your Bright Eyes, My Brightest Sight. Una piccola sinfonia naturale nella quale il suono dell’acqua, del glockenspiel e delle chitarre si combinano, senza mai prevalere l’uno sull’altro ma coesistendo magicamente.
Midnight Poems for Lost Seasons and Cripple Hearts si chiude con Lost Seasons che si apre in crescendo con la sovrapposizione di droni rarefatti. Le lente note del piano aumentano tenendo per mano i droni atmosferici mentre si raggiunge il climax della traccia.
La musica di Fallen è sempre stata profondamente e teneramente toccante, ma qui trova vette più imponenti grazie ad un consolidato linguaggio onirico poetico.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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