Felicity Mangan: nuova vita all’armonica
Una maestra nel creare e controllare i suoni,che condivide la sua arte con i suoi alunni da più di dodici anni, stiamo parlando dell’artista del suono, compositrice di musica elettronica ed educatrice Felicity Mangan.
L’australiana esplora il mondo animale attraverso l’uso di field recording e timbri vocali per creare microcosmi sonori riprodotti su un sistema stereofonico o spesso tramite altoparlanti fatti a mano.
In Bell Metal Reeds rilasciato il 4 novembre 2021 per One Instrument, l’armonica a bocca è la protagonista di quattro composizioni nelle quali la Mangan investiga le possibilità tonali e le risonanzedel suo strumento preferito.
Un lavoro impegnativo e ambizioso all’insegna di una musica ambient organica, sviluppata in quattro lunghe suite ricche di dettagli.
L’album si apre con Echo Harp 1 (Hohner Echo Harp), un flusso sapientemente modulato si configura come una composizione siderale nella quale le risonanze e le dissonanze vengono trattate come pulsazioni elettromagnetiche che si rivelano e si ritirano come le onde in tempesta.
Attraverso le tecniche di composizione di musica elettronica minimale, Mangan plasma la dinamica Echo Harp 2 (Hohner Echo Harp): sei minuti nei quali il suono subisce repentine trasformazioni e cambi d’intensità, un percorso segnato dalle basse frequenze per una trama articolata e granulosa.
L’ultimo atto di questo album, Echo Harp 4 (Hohner Echo Harp), si configura come una galassia sintetica di oscillazioni e dissonanze in un crescendo che si conclude con frequenze ruvide e penetranti, un viaggio ipnotico per una sensazionale esperienza percettiva e sensoriale.
A riprova di un ottimo periodo per la sound art, Bell Metal Reeds infonde nuova vita all’armonica e medita su un unico strumento da cui tira fuori suoni straordinari. Felicity Mangan fa sfoggio di tutta la sua conoscenza in design sonoro apponendo la propria firma ad un’opera profonda ed elaborata.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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