Fine Before You Came: in perfette imperfezioni
Sorpresa! Sono tornati i Fine Before You Came con Forme Complesse.
Il sesto album è stato diffuso anticipatamente in streamingattraverso la loro mailing list, con questa scelta, Jacopo, Mauro, Marco M., Marco O. e Filippo sottolineano ancora una volta l’essere vicini ai propri ascoltatori, soprattutto in questo periodo difficile.
Pubblicato in vinile, cd e su bandcamp il 28 febbraio 2021, Forme Complesse è l’album della maturità: cambiare positivamente significa evolversi nel tempo, solo chi non rischia ripete all’infinito una formula già consolidata. Con il precedente Il Numero Sette i FBYC hanno iniziato un processo di crescita che li ha portati ad uscire dalla loro comfort zone. In Forme Complesse l’emo-core dei milanesi si arricchisce di influenze rock e cantautorale, i testi di Lietti sono sofferenti e sofferti, carichi di una patina nera come nella traccia d’apertura Gittata. Un’atmosfera crepuscolare e malinconica pervade una canzone che nasce dagli intrecci melodici delle chitarre, marchio di fabbrica della band. Ad arricchire il brano i versi dolorosi di Jacopo che risuonano pesanti come macigni.
Melodie fluide venate di un’oscurità raffinata per Acquaghiaccia, una traccia dalle progressioni post-rock costruita attorno a fini armonie. Il risultato è una canzone perfetta e sofferente.Piano impreciso è una canzone che non ti aspetteresti dai Fine Before You Came: una traccia acustica con tanto di suoni della natura che accompagnano la morbida voce di Lietti.
La titletrack è la fotografia di un futuro incerto, una canzone dal sapore classico per i Nostri con un ritornello tutto da urlare a squarciagola e una sezione ritmica bella dritta. Alle chitarre il compito di dare colore al brano con i suoni distorti e gli arpeggi ripetuti in loop.
Forme Complesse è un disco che arriva dritto «come una secchiata d’acqua» e ti stende al suolo. Il mood bello pesante e la poetica struggente sono il riflessodei tempi che stiamo vivendo. Sebbene in alcuni passaggi l’album poteva essere più curato, è la sua imperfezione che lo rende un lavoro sincero e denso di emotività. D’altronde si sa la perfezione stanca, l’imperfezione rende unici.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti