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L’unica uscita per i Flaming Tunes è un disco che vi catapulterà in un film di Wes Anderson

L’omonimo album è l’unica uscita dei Flaming Tunes, duo composto da d’infanzia Gareth Williams, membro della band art-rock inglese This Heat, e Mary Currie, ma nonostante ciò sono sicuro che vi innamorerete di questo disco.

I brani che lo compongono vennero pubblicati originariamente nel 1985 su cassetta (con copertine colorate a mano individualmente), ed ora registrati nuovamente in una cornice alquanto singolare. In una vecchia casa vittoriana nel sud di Londra, il duo ha registrato durante il giorno e Williams conduceva i trattamenti con il nastro di notte. Durante il periodo di registrazione sono stati raggiunti da vari ospiti tra cui il chitarrista dei This Heat Charles Bullen e dai collaboratori di lunga data Martin Harrison e Rick Wilson.

Utilizzando qualunque strumento avevano a portata di mano (clarinetto, piano, campane, ecc.), Flaming Tunes crea melodie lo-fi attorno a semplici arrangiamenti, ritmi obliqui e suoni naturali densamente stratificati. I risultati sono un collage ipnotico di sogni ad occhi aperti strumentali e canzoni pop di traverso, che fluttuano l’uno nell’altro in una confusa confluenza tra lo psych-folk di Canterbury degli anni ’60 e la sperimentazione dei primi residenti.

Sembra quasi di essere immersi in un film diretto da Wes Anderson, dove i colori e le atmosfere vanno di pari passo con la musica e dove la musica stessa definisce il mood del girato. Ascoltare Flaming Tunes, in questa sua forma così naturale, a tratti scarna, ma ugualmente ben definita, provoca reazioni contrastanti: da un lato, la forza delle note e il contrasto dei suoni rievocano una certa malinconia lontana, mentre dall’altro il calore delle stesse e la dinamica chill della melodia, conferiscono una certa allegria.

Elementi seducenti che convergono in modo profondamente personale, silenziosamente insistenti nelle orecchie degli ascoltatori come il sangue che pulsa nelle vene in una calda giornata estiva. Una musica intrappolante che fa da colonna sonora ai mood più disparati e che sembra adattarsi allo stato d’animo dell’utente finale.

Con Flaming Tunes siamo di fronte ad una sperimentazione azzardata, in bilico tra la genialità e lo scivolone. Un ascolto difficile che può essere apprezzato solo ed esclusivamente in due modi, prendendolo alla leggera o analizzandolo nel profondo.

Nel primo caso il disco risulta come un allegro, lungo, motivetto d’accompagnamento, nel secondo si arriva a percepire la complessità del lavoro nella sua interezza, comprendendo il lavoro meticoloso e certosino che ci vuole per poter creare un’armonia tanto complessa quanto unica.

In ogni caso non esistono vie di mezzo.




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